Il tornado Massimo Bitonci ha fatto più danni a Padova di quello tra Dolo e Pianiga: se ne sono accorti i padovani?

 

Non so quanti padovani se ne sono accorti. Certo molti si saranno fatti distrarre dalla raffica di slogan, dalla selva di ordinanze, spesso inutili, su crocifissi, ebola, kebab. Eppure nel corso degli ultimi dodici mesi il “tornado Bitonci” ha fatto più danni di quello abbattutosi sulla riviera del Brenta. Cento milioni di euro almeno sono stati spazzati via dalla furia iconoclasta di Massimo Bitonci, credo l’unico sindaco della storia recente di Padova che definisce quella che dovrebbe essere, ma non è, la sua città “una fogna” (clicca per vedere l’intervista fatta, tanto per cambiare da Mario Zwirner, davanti all’entrata della caserma Prandina).
Almeno cento milioni di euro è costata l’inadeguatezza di una Giunta comunale in dodici mesi e più di governo gridato della città, impaurita da scippi e spaccio che continuano a succedere, ma sono tornati nella colonnina delle brevi di cronaca. Sessanta milioni di euro se ne sono andati a causa dell’inerzia del sindaco, che pur di non attuare il progetto della nuova linea del tram stazione – zona stadio, ha lasciato che il fondo revoche prendesse le direzioni di Mestre e Milano. E così Padova, se mai avrà nel medio periodo anche solo un chilometro in più di tramvia, dovrà pagarsela con un mutuo, come successo del resto per la linea Stazione – Pontevigodarzere che pure ha rinnovato, si può dirlo a distanza di dieci anni, i valori immobiliari e la vitalità dei negozi dell’Arcella.
Bitonci ormai fa riunire mezza giunta e i consiglieri della sua maggioranza, a favore di telecamere e fotografi davanti al cancello della Prandina, per narrare di clandestini pericolosi per vedove e padri di famiglia. Dimentica il sindaco di spiegare che la caserma dismessa è stata praticamente una scelta obbligata a causa dell’inerzia della Regione che parimenti al sindaco leghista, sotto sotto ha trovato linfa di cativeria e odi inconfessabili su cui costruire uhna fortuna elettorale altrimenti insperabile.
E nel frattempo il nuovo ospedale, che nelle promesse elettorali del pifferaio da Cittadella, doveva sorgere sull’attuale complesso continua a vagare come un fantasma nelle cronache cittadine, mentre il vecchio giustinianeo, sempre più decrepito, costa 50 milionio di euro ogni anno. Con la presidenza data a Fabrizio Boron, consigliere bitoncianissimo, della commissione sanità in Regione, c’è da giuraci che non vedremop una prima pietra all’alba del 2019. Il che significa 200 milioni di euro abbondanti buttati nella fogna, quella sì autentica, delle manutenzioni straordinarie anzichè essere investiti nella costruzione di un complesso nuovo e quindi anche meno costoso.
Le cronache di oggi parlano di 50 milioni di euro per una fantomatica cittadella dello sport in zona Euganeo. Con il calcio Padova che verrebbe spostato sul campo di patate del Plebiscito. Solo un sindaco che non è di Padova, che ha al massimo tifato Cittadella al Tombolato, e che pratica il rugby, può pensare che si possa giocare a calcio sulla schiena di mulo dura come l’asfalto e rugosa come il culo di un rinoceronte dello stadio da cinquemila posti (a essere generosi) quando, piccolo particolare, in Lega Pro il Padova, se vince, rischia di fare quasi il doppio di spettatori.
Agibilità a parte dello stadio di via Geremia, i 50 milioni di euro chi li tirerebbe fuori? Il Comune? Un privato che magari all’Euganeo poi fa un supermercato come vagheggiato ai tempi della Totò truffa di cui fu vittima Cestaro? Quanto costerà al commercio padovano un nuovo centro commerciale? Quanto costerà alle botteghe del centro? Botteghe che in teoria dovrebbero essere rappresentate da quel genio della pubblica amministrazione che risponde al nome di Massimiliano Pellizzari, responsabile politico di un altro stallo vergognoso, quello del nuovo Centro congressi. L’ottico, presbite quando si tratta di leggere i nomi dei revisori dei conti e mioper quando si tratta di guardare alle prospettive della fiera, è presidente di Fiera immobiliare, e tra una fiaccolata e l’altra potrebbe spiegare ai padovani come mai la Vittadello costruzioni non è ancora entrata in possesso del cantiere. Centro congressi assegnato con gara europea, finanziato per intero per oltre 19 milioni di euro, che dovrebbe portare, sine die a questo punto, alla nascita del nuovo polo attrattore della città. Una “macchina” acchiappa turisti congressuali (i più ricchi del mercato) che dovrebbe, il condizionale è a questo punto più che d’obbligo, generare 600mila presenze l’anno in più per Padova, cioè negozi alberghi e ristoranti, con una capacità di spesa indotta nel tessuto economico cittadino che si aggirerebbe in almeno 20 milioni di euro l’anno. Cioè un investimento che si ripaga come fatturato cittadino ogni anno. Ma un investimentio che anzichè partire quest’anno, diosolo sa quando inizierà a produrre i suoi effetti. Altri 20 milioni di euro andati, moltiplicati per tutti gli anni che ci metterà una idea tanto ambiziosa ad entrare nelle teste vuote di chi continua a blaterare su invasioni e degrado, senza saper produrre molto di più che una mezza rotatoria.
Poi ci sarebbero anche delle altre questioni, tipo 350 disoccupati che non troveranno lavoro con le borse finanziate da Caritas, fondazione Cassa di risparmio e Comunità europea, ferme con le quattro frecce perchè dal Gabinetto del sindaco hanno avuto il colpo di genio di inserire una norma discriminatoria, il che equivarrebbe a dire al Bosman di turno che a Padova non può giocare perchè non sa cosa sono le sarde in saor.
Si potrebbero sottolineare anche i danni di immgine e di clima sociale fatti da una città ritratta per mesi come fosse il Mississipi degli anni ’50, con fiaccolate, dichiarazioni deliranti rese in piazza da chi in fondo fascista e razzista lo è sempre stato, ed ora si sente legittimato a vomitare qualsiasi bestialità, facendo da coro al solista anti negritudine di palazzo Moroni.
Insomma, questo il bilancio di una catastrofe impostata in soli dodici mesi. Viene da chiedersi, fino a quando. Se l’opposizione sarà intenta più a postare foto dal Salento e a fare foodpornography sui social, la risposta rischia di essere, fino al 2024.

Alberto Gottardo

Link di approfondimento e documentazione a corredo di questo editoriale
http://www.articolotre.com/2015/07/tornado-in-veneto-i-profughi-a-lavoro-per-rimuovere-le-macerie/

Sulla nuova linea del tram andata in fumo
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/01/12/news/tram-e-filobus-addio-persi-tutti-i-soldi-1.10653097
Sui costi del vecchio ospedale
https://www.padova24ore.it/attualita/7939-chi-dice-no-al-nuovo-ospedale-a-padova-ovest-sa-quanto-costa-il-vecchio.html
https://www.padova24ore.it/padova/8828-quanto-costa-il-vecchio-ospedale-di-padova-per-una-pet-un-milione-e-mezzo-in-piu.html

Sullo spostamento della sede di gioco del calcio Padova
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/07/15/news/uno-stadio-nuovo-e-cittadella-dello-sport-1.11780262