Bruno Di Tornaforte: “In Prato rischia di sparire un pezzo della storia di Padova”

 

Chi come me ha un nonno che ha incarnato un pezzo importante della storia di Padova del novecento, fatta di successi sportivi ed imprenditoriali; un nonno che ancora oggi, a nuovo millennio inoltrato, ha ancora la forza e la lucidità per trasmettere emozioni e previsioni può ritenersi estremamente fortunato. Sto parlando di Marino Puggina, per molti lettori rappresenta il “presidentissimo del Calcio Padova in Serie A” per altri il “re dei supermercati”, per me rappresenta un patrimonio culturale, umano e storico senza eguali, oltre ovviamente ad essere il mio super nonno a cui voglio un gran bene! Ieri, cari amici, ero insieme a lui a scorrere le pagine de “Il Mattino” in cui si presentava, con tanto di foto gigante, la nuova “epica” sistemazione dell’area di Prato della Valle in vista della nascita del nuovo parcheggio di Piazza Rabin. Dire che siamo inorriditi è poco! Ogni qualvolta l’amministrazione comunale decide di mettere mano alla “sistemazione” di aree del centro storico si realizza puntualmente l’incubo di veder sfregiata una delle più belle città d’Europa con interventi degni di una qualsiasi città dell’Est. Basti vedere l’orrore della nuova Piazza Cavour e dell’Edicola degna di un gazebo per gelatai di Riccione!
Che si pensi di fare un parcheggio sotterraneo e si voglia riqualificare l’area dell’antico Macello va bene, che si voglia demolire l’Appiani è già duro da digerire, ma che si voglia rovinare Prato della Valle con “totem illuminanti” e “colonne di luce” a “cornice” della Piazza più grande e affascinante d’Europa mi pare assurdo!
Con queste continue mazzate si sta letteralmente distruggendo Padova. Non solo come bellezza artistica, cari lettori, ma soprattutto se ne compromette il tessuto umano, fatto di luoghi per molti di noi “mitici”, parte delle nostre più importanti tradizioni che sentiamo profondamente radicate nel nostro intimo. A tal riguardo mio nonno Marino mi ha esposto il libro del suo amico Ito Marcon “Un medico… in volo”. Un libro in cui si ripercorre con una sorprendente lucidità ciò che era Padova nel ‘900. In modo particolare si sofferma proprio sulla zona di Prato della Valle, Santa Croce e Corso Vittorio Emanuele II. Una zona che “faceva a sé” nella vita della Padova del ‘900. In quella storia si intreccia indelebilmente la vita di molti padovani, del Calcio Padova e dello sviluppo del commercio innovativo. Una storia fatta di persone, di luoghi simbolici, d’impegno e dedizione, e soprattutto di amore per la propria città e per le proprie tradizioni. Ricordate quando in Corso Vittorio Emanuele c’era la salumeria con forno “Faggin”?  La Rarinantes che era appena passata Santa Croce in cui ci si ritrovava nei periodi estivi? Il negozio di Frescura, la fioreria Vezzù, l’osteria dei Campetti, il “casolin” Puggina che faceva il panino con la soppressa “a credito”, e che dire del caro e vecchio Appiani? Io, seppur ancora trentenne, ricordo molto bene quei luoghi. Ricordo gli sguardi, le ciàcoe, i profumi, le strette di mano. Ricordo l’emozione di tutti quei padovani che attraversavano “el prà” per andare al “vecio Apiani” a fare il tifo in curva. Ad ascoltare i racconti di mio nonno e di Ito Marcon viene malinconia perché tutto ciò è piano piano scomparso per la stupidità di tutti noi che non lo abbiamo salvato. Dunque, cari padovani,  leggendo le mirabolanti boiate che il Comune vuole infliggere al Prato viene invece voglia di urlare! Questa città inginocchiata su sé stessa; né più provincia, né ancora Europa; infedele alle proprie tradizioni; venduta ad un’aspirazione internazionale che stenta ad arrivare; regalata agli immigrati e delinquenti; non comprende che la sua forza nasce dalla protezione e dal rilancio delle sue millenarie Tradizioni! Padova svegliati! Anzi svejemose tosi che zè ora! Riprendiamo le nostre usanze, riportiamo la vita nei rioni, dobbiamo essere fieri di ciò che abbiamo cercando di conservarlo al meglio e non di cambiarlo! Quindi diciamo “Giù le mani dal Prato!” che non si azzardino a toccarlo o faremo barricate! Vi esorto, chi ancora ha nel cuore i sentimenti di amore per Padova e per le sue tradizioni faccia un passo avanti e si faccia sentire, insieme, forti di questo legame profondo che dal passato ci porterà al futuro, potremmo costruire una Padova più autentica e certamente più forte ed umana!

Filippo Bruno di Tornaforte
Presidente di ViVi Padova!