Competitività: la spinta dei servizi innovativi per rilanciare il made in Italy

 

“L’Italia ha bisogno di una iniezione di innovazione per tornare a competere da protagonista nei mercati globalizzati. E questa iniwezione a macchia di leopardo si sta già vedendo in molte regioni del nostro Paese. Sono convinto che con una regia più organica i settori che attualmente hanno pagato un prezzo in termini di perdite di quote di mercato potranno rimettersi in pari con i concorrenti più agguerriti”. Lo ha detto oggi a Padova il vice presidente vicario di Confindustria servizi innovativi e tecnologici Ennio Lucarelli intervenendo alla presentazione del rapporto (“The Transformative power of service innovation”) nell’ambito del convegno “Servizi innovativi per il Made in Italy” che si e’ tenuto a Padova.
L’evento di Padova, unico appuntamento nel Nord Italia, si inserisce nella campagna promossa dalla Commissione UE per diffondere i risultati dell’Expert Panel, che nel suo Rapporto conclusivo ha indicato i servizi ad alto contenuto di conoscenza (Knowledge Intensive Business Services – Kibs), come fattore strategico
nell’integrazione fra nuove tecnologie, industria e servizi innovativi, per rilanciare crescita e competitività dell’economia europea e raggiungere gli obiettivi di Europa 2020.
L’incontro di Padova riflette in particolare sull’impatto che i servizi innovativi possono avere sul Made in Italy, innovando e trasformando il business in settori industriali e di grande impatto per la società come sanità, mobilità, turismo, energia, istruzione. Ma anche per far conoscere best practices dell’innovazione, in atto anche nel nostro Paese e in Veneto, e le proposte concrete per liberare il potenziale dell’innovazione.
“Abbiamo visto – ha aggiunto Gianni Potti, vicepresidente di Confindustria Padova – come in Veneto negli ultimi anni stia crescendo la integrazione tra il settore manufatturiero e quello del terziario avanzato in particolare nei comparti dell’Ict e tlc. Questa integrazione, se supportata da politiche che la favoriscano a livello
europeo puo’ essere un fattore di crescita della produttivita’ e quindi dell’economia nel medi periodo per le nostre aziende.
L’incontro di oggi serve per proporre alla Regione ed all’Unione europea una serie di misure volte a sostenere l’integrazione tra tecnologie innovative e processi produttivi tradizionali”.
Negli ultimi dieci anni è salita dal 42 al 47% l’incidenza del settore sul Pil nazionale. Con un incremento del 43% del valore aggiunto ai prezzi di base tra il
2000 e il 2009 e un aumento del 29%, nello stesso periodo, dell’occupazione nelle imprese del settore.