“Dimmi chi era Recoba”, la favola del Chino tra talento ed anarchia

 

Alvaro Recoba era e resta un giocatore unico. Irripetibile nel suo modo di essere, inclassificabile secondo i criteri canonici della nomenclatura calcistica, ingestibile per il suo essere anarchico senza vantarsene.
Il calciatore Recoba è stato un eterno ragazzino, capace di giocate paradisiache e di lunghi periodi bui. Nel suo curriculum i numeri sono bassi e pochi i trofei, per uno che ha smesso di giocare a quarant’anni. Colpa di tutti e di nessuno, colpa sua e di chi non ha creduto in lui, colpa della sua poca voglia di allenarsi e della poca voglia di farlo allenare dei suoi tecnici. Ma se avesse giocato il doppio delle partite e segnato il doppio dei gol, non sarebbe stata la stessa cosa. Non sarebbe entrato nella leggenda. Non avrebbe conquistato schiere di appassionati. Recoba, un fenomeno talvolta incompreso e talvolta incomprensibile, è stato solo e semplicemente se stesso. Le prefazioni sono di Massimo Paganin e Arcadio Ghiggia.

L’AUTORE Enzo Palladini è nato a Milano nel 1965. Giornalista, dal 2002 è a Premium Sport dopo tredici anni al Corriere dello Sport. Con Edizioni inContropiede ha già pubblicato “Scusa se lo chiamo futebòl”, “L’anno delle volpi” e “Lisbona Football Guide”.

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pag 127
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