Expobici Padova: l’amministratore delegato Villa accusa il suo predecessore “Premeditato il trasferimento a Verona della kermesse”

 

La scelta di prendere la parola oggi è quasi un atto dovuto, anche se questa vicenda mi lascia una profonda amarezza. Un atto dettato prima di tutto dalla necessità di difendere la società, i suoi dipendenti, ma anche il patrimonio – per il settore e per l’indotto della Fiera sul suo territorio – rappresentato da ExpoBici Padova, il salone leader in Italia nel settore della bicicletta (19-21 settembre 2015), che lo scorso anno ha richiamato 60mila visitatori, 550 tra espositori e marchi, oltre 100 giornalisti italiani e stranieri accreditati. Un salone in cui Gl Events ha investito in modo convinto nel corso degli anni, sostenendo le prime edizioni chiuse con un bilancio in rosso e supportando il progetto di sviluppo fino a farlo diventare la Fiera di riferimento a livello nazionale e la seconda Fiera a livello europeo, appuntamento imprescindibile per tutti gli operatori del settore.
Il quadro che comincia ad emergere dalle prime verifiche della Polizia Postale, a seguito dei sequestri scattati nei confronti dell’ex amministratore delegato e di due ex dipendenti per furto di dati aziendali e violazione del segreto industriale, è davvero inquietante e non può essere taciuto.
Riepilogo brevemente i passaggi principali della vicenda, anche a beneficio di chi non ha avuto modo di seguirne gli sviluppi sulla stampa: a seguito delle dimissioni irrevocabili presentate in simultanea da tre ex dipendenti lo scorso 29 ottobre, PadovaFiere ha avviato un’indagine interna, da cui sono emersi elementi oggetto di una denuncia presentata in procura dal Presidente di PadovaFiere Ferruccio Macola. Il pm ha aperto un’inchiesta: sono quindi scattate le indagini, che hanno portato, a fine gennaio, alle perquisizioni e al sequestro di materiali informatici nell’abitazione e negli uffici di VeronaFiere e delle persone indagate.

Mi limito a fornire alcuni elementi utili a delineare il quadro. Gli scambi di e-mail contenuti nel fascicolo, e consegnati al nostro legale su un dvd che contiene la copia di tutta la corrispondenza telematica privata dell’ex ad, confermano che Paolo Coin ha architettato il lancio di una manifestazione concorrente a Verona a partire già da maggio 2014, quando era vincolato a tutti gli effetti come Amministratore Delegato di Padovafiere. Già in quel periodo – e quindi ben cinque mesi prima del licenziamento per motivi disciplinari – l’Amministratore Delegato ha operato nell’ombra in stretto contatto con alcune figura dirigenziali di VeronaFiere, con l’intento premeditato di organizzare una manifestazione concorrente. Un intento che emerge in modo chiaro anche dagli scambi di mail fra il direttore commerciale di VeronaFiere Diego Valsecchi e Paolo Coin, in cui lo stesso Valsecchi parla senza mezzi termini di spostamento del prodotto fieristico su Verona consigliando a Coin di mantenere un profilo basso e di restare sottotraccia per il momento. Scambi a cui sono seguiti incontri diretti. Lo stesso Coin poi – come si evince dalla corrispondenza – avrebbe pianificato le azioni che hanno portato alla rescissione del suo contratto per motivi disciplinari proprio con l’intento deliberato di farsi licenziare.

Dai primi elementi inseriti nel fascicolo d’indagine emerge quindi un quadro ancor più grave rispetto ai sospetti sollevati con la nostra denuncia. Il lancio di una manifestazione concorrente risulta essere l’esito di un piano sconcertante concepito già mesi prima e che ha visto la condivisione d’intenti di VeronaFiere, ora impegnata nell’organizzazione della manifestazione con lo staff di Coin, in cui figurano le tre ex dipendenti di PadovaFiere che hanno dato le dimissioni lo scorso 29 ottobre, due delle quali ora iscritte con l’ex ad nel registro degli indagati per furto di dati aziendali e violazione di segreti industriali. Una vicenda scottante che – lo ribadisco a scanso di equivoci – non è in alcun modo collegata alla questione del patto di non concorrenza, più volte citato da Coin a sua discolpa: ci troviamo di fronte a comportamenti gravi messi in atto dall’ex ad quando ancora era legato a PadovaFiere con un contratto da dirigente. In ogni caso il furto di dati aziendali – se confermato dalla magistratura – è un reato e nulla ha a che vedere con la presenza o meno di un patto di non concorrenza.

L’aspetto nuovo quindi è la cronologia degli eventi: ci eravamo illusi che i presunti comportamenti illeciti di Coin fossero solo quelli per i quali abbiamo presentato querela. In realtà emerge molto di più ed in particolare che la presunta condotta illecita risale alla primavera del 2014.
A nome della società, confermo piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspicando che sull’intera vicenda sia fatta presto definitiva chiarezza. Attendo inoltre una risposta chiara da VeronaFiere e dal suo presidente Ettore Riello, che è anche presidente dell’Aefi – Associazione esposizioni e fiere italiane: ci aspettiamo un buon esempio, il rispetto della sana concorrenza e una presa di posizione rispetto a Coin e al suo staff.
Parallelamente alla vicenda legale, che sta facendo il suo corso, continua invece il nostro impegno sul fronte organizzativo in vista dell’edizione 2015: il progetto di sviluppo che abbiamo messo in campo è solido e può contare sul preziosissimo supporto del team tecnico capitanato da Moreno Argentin. In questi mesi Argentin e il nostro staff commerciale hanno incontrato decine di aziende. Già 125 gli espositori confermati per un totale di 22mila metriquadri: dal grande bike test del 18 settembre sui Colli Euganei alle iniziative del Fuori Salone, tante sono le novità già messe a punto.

 

Daniele Villa
Amministratore Delegato PadovaFiere spa