A febbraio immatricolazioni auto in crescita, ma i dati sono “drogati” dall’eurotassa

 

Come direbbe il vecchio adagio: “Non tutto è oro quel che luccica”. Ed in effetti, ad un’analisi superficiale, le vendite delle auto a febbraio sembrerebbero giustificare il più sfrenato ottimismo: +7,18% il raffronto col febbraio 2018 in Veneto, addirittura +16,27% in provincia di Padova (che diventa +16,85% se si considera il raffronto tra l’aggregato gennaio/febbraio del 2019 sul 2018).
In numeri assoluti, per la provincia di Padova, significano 2.915 auto immatricolate a febbraio contro le 2.507 di un anno fa (6.025 contro 5.156 il dato gennaio/febbraio).
“Il risultato di febbraio è “drogato” dagli anticipi di immatricolazione dovuti all’ecotassa in vigore dal 1° marzo, ma lo scenario dei prossimi mesi non lascia ben sperare”.
Non è sicuramente ottimista Massimo Ghiraldo, presidente dei concessionari auto aderenti all’Ascom Confcommercio di Padova. Anzi, è alquanto preoccupato.
“Andare a tassare le vendite di veicoli nuovi che soddisfano le più rigorose normative sulle emissioni, sulla base tra l’altro di un “climalterante” e non di un “inquinante”, quale è la CO2, è inadeguato. L’introduzione dell’ecotassa e dell’ecobonus, di cui solo all’ultimo minuto abbiamo ricevuto i primi chiarimenti operativi dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Agenzia delle Entrate, ha più il sapore del provvedimento “di bandiera” che non “di sostanza” e, di sicuro, non risolve il problema dell’aria malsana delle nostre città e non contribuisce allo svecchiamento del parco circolante, mentre crea pericolose tensioni su un mercato che già non naviga in acque tranquille”.
“L’ecobonus sui veicoli più ecologici che emettono fino a 70 g/km di CO2, tra l’altro, avrà un impatto modestissimo, non solo perché ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che dà avvio alla misura ma per il fatto che le risorse, secondo le bozze circolate, saranno contingentate su finestre temporali. L’effetto netto del bonus/malus sarà un aumento della pressione fiscale sull’automotive”.
“In nome di un “falso ambientalismo” – conclude Ghiraldo – si penalizzano imprese, automobilisti e si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro: la transazione tecnologica verso una mobilità a basso e zero impatto ambientale va accompagnata gradualmente senza brusche accelerazioni politiche. Dubito che il governo abbia in animo di ritornare sui propri passi, ma insistendo su questa strada rischiamo di perdere un pezzo importante della nostra economia”. 
Fin qui il presidente dei concessionari auto dell’Ascom Confcommercio di Padova che, più che soffermarsi sul contingente, cerca di capire come si evolverà il mercato nei prossimi mesi.
Nel frattempo febbraio conferma la leadership di Fiat che con 309 auto nel mese di febbraio contro le 255 dello stesso mese dell’anno passato, registra un +21,18 (e del +13,79% nel bimestre).
Flette invece Volkswagen nonostante le sue 299 immatricolazioni che però, a fronte delle 316 del febbraio 2017, scende di un -5,38% compensato dal +3,17% del bimestre gennaio/febbraio.
Significativo lo scatto di Ford che passa da 142 a 186 immatricolazioni a febbraio con un +30,99% (16,13% nel bimestre) mentre è curioso il fatto che ben tre marchi (Opel, Peugeot e Toyota) registrino lo stesso numero di vetture a febbraio: 154. Solo che Toyota aumenta del 20,31%, Opel del 10,79%, mentre Peugeot flette del 17,65%.
Notevole il balzo di Land Rover che passa da 62 a 139 immatricolazioni nel mese (+124,19%), mentre rallenta Jeep (+4,85% con 108 vetture contro le 103 del pari mese del 2018) e crescono Renault (+17,20% con 109 auto contro le 93 di febbraio 2018) e Dacia che si attesta a 114 auto immatricolate contro le 87 di un anno fa pari al 31,03% di aumento.