Guerra e moda: il conflitto in Ucraina va in passerella

 

Inevitabilmente la cronaca influisce sulle dinamiche della moda. L’invasione dell’Ucraina è infatti iniziata proprio in concomitanza tra l’inizio della fashion week a Milano e l’inizio dell’operazione militare voluta da Vladimir Putin. Coincidenza che ha messo in crisi i compratori russi, colpiti dalle sanzioni decise dall’unione europea, e le modelle che si sono viste bloccate nel giro di una notte le carte di credito. Venendo a casi più terreni, con l’inizio del conflitto si torna al made in Italy anche per motivi di consumo nazionale. E così si affermano varie aziende che proprio in Italia hanno sede come la Blue Bag che ha lanciato una nuova linea di zaini per computer personalizzati o la padovana Ciak Roncato che nelle scorse settimane a Pitti Uomo ha presentato la linea brandizzata Esercito.
Un risultato quello di Ciak Roncato favorito anche dal lavoro dell’imprenditore padovano Raffaele Zanon che attraverso l’associazione Professione impresa. E proprio mimetiche e stile militare stanno contraddistinguendo le collezioni di questo inizio di estate con la fantasia mimetica a fare lo scaramantico ritorno in scena.
Magliette in stile Zelenski anche quelle sfoggiate dal candidato del centro destra alle prossime elezioni comunali Francesco Peghin. Sarà una coincidenza o è l’ennesimo colpo di genio dei duo di creativi della comunicazione politica, Marco Marturano e Mauro Ferrari, che coordinano le uscite dell’ex presidente della Confindustria padovana?
Ed ancora la Colmar, azienda brianzola, è stata tirata dentro suo malgrado nella vicenda Salvini – simpatie per Putin a causa di un giaccone brandizzato in maniera molto evidente anche da Audi e che nulla centrava nella vicenda della spedizione che Salvini ha fatto in Polonia, venendo sbeffeggiato di fronte ad una selva di fotografi e operatori tv. Colmar e Audi hanno diffuso a tal proposito specifici comunicati stampa.