Ha ancora senso fare i fuochi in Prato della Valle? Padova può immaginare qualcosa di diverso dopo lo spettacolo deciso negli anni ’70?

 

Narrano le cronache che fosse sindaco Ettore Bentsik quando per la prima volta venne organizzato lo spettacolo pirotecnico per Capodanno in Prato della Valle. Con buona approssimazione si può quindi dire che sono 40 anni che i padovani si danno appuntamento nella piazza più grande di Padova, d’Italia e per qualcuno (a torto) del mondo. E il logorio di uno spettacolo sempre uguale a se stesso si vede in tutta la sua dimensione nei buchi tra la folla negli ultimi anni. Quella qui a fianco è una foto scattata il 31 dicembre 2011. Piazza piena anche con temperature meno miti di quelle registrate a cavallo tra il 31 dicembre di quattro anni più tardi e il primo gennaio 2016. Il confronto tra le due foto, anche se non sono state prese dall’identica angolazione lascia poco spazio a incertezze: se fino a due o tre anni fa in Prato della Valle si davano appuntamento migliaia di persone, nel 2014 e ancora di più nella nottata di San Silvestro del 2015 gli aficionados della festa in piazza sono diventate centinaia, forse duemila esagerando, a giudicare dalla galleria fotografica del Mattino di Padova da cui sono tratte entrambe le foto, quella del 31/12/2011 e quella dell’ultimo veglione. Clicca qui per vedere la galleri del 31/12/2011: il paragone è impietoso Ecco il link sempre dal Mattino di Padova
Va sottolineato che lo spettacolo pirotecnico, solo quanto alla fattura staccata alla casa di fireworks di turno, costa alle casse comunali una cifra che varia tra i 30 ed i 40 mila euro. Senza considerare straordinari di Polizia municipale, ambulanze e vigili del fuoco mobilitati alla bisogna. Ha ancora senso? A mio parere quei 30 o 40 mila euro potrebbero essere una ottima base per organizzare in Prato della Valle qualcosa d’altro, non già un ennesimo spettacolo pirotecnico gratuito, che diciamolo, ormai non attrae più folle nemmeno da quello che in epoca preindustriale si chiamava il “contado”. Basterà far funzionare un po’ il cervello e probabilmente qualcosa di più attraente verrà organizzato. Speranza per il 2016, iniziato oggi: ci sono 364 giorni per fare una gara di idee, magari da mettere online e lasciare anche sul Mepa un po’ più di quella famosa mezza giornata del bando delle luminarie che è soggetto di indagine da parte della Procura di Padova.

Alberto Gottardo