I sepolcri imbiancati e la caccia a Giancarlo Galan

 

Chissà cosa si prova a raccontare dell’arresto dell’ex governatore Giancarlo Galan quando per anni lo ha chiamato Giancarlo, gli hai dato del tu, e magari gli sei anche debitore della carriera. Chissà quanti fanno i moralisti, si esercitano in indignate posizioni giustizialiste e magari in realtà gli devono progressioni politiche o benefici meno confessabili.
Io a Giancarlo Galan non debbo nulla. L’ultima volta che ho provato a intervistarlo alla Maschio Gaspardo avevamo entrambi una brutta giornata e lui ha risposto con un quasi vaff… a una mia domanda birichina. E mi sento quindi libero di dire che mi dispiace per la vicenda del suo arresto, mi di spiace per lui, per la sua bambina che so essergli affezionatissima, per il Veneto rigettato indietro di vent’anni e per i tanti veneti che, mi pare pacifico che del marcio ci fosse, su quel sistema di corruttele hanno vissuto agiatamente. Giornalisti di regime compresi.

Mi dispiace perchè ora si rischia che Galan dopo essere stato il doge che rilasciava libri intervista dal titolo “Il Veneto sono io”, ora diventi un capro espiatorio, Unico responsabile degli ospedali che costano più di una obbligazione argentina, delle opere che puzzano di tangente.
Dice marco Imarisio sul Corriere della sera che tutti chiamavano l’ex assessore Renato Chisso, “Renatino tre per cento”. Questa definizione non l’ho mai letta sui giornali prima. A parte gli articoli e poi il libro “I padroni del Veneto” di Renzo Mazzaro, non ho mai letto o sentito servizi giornalistici che prendessero di punta il sistema Galan. Forse perchè Galan fu il primo governatore del Veneto a pagare profumatamente con servizi redazionali sul territorio molte delle tv cdove ora direttori e giornalisti svegliatisi da 20 anni di ben pagata anestesia, si profondono in giudizi definitivi su un uomo che, almeno in teoria, è ancora presunto innocente fino a prova contraria.

Credo che i sepolcri imbiancati puzzino lo stesso di marcio. Ed allora forse delle volte sarebbe bello tacere quando non si può dire “io lo avevo scritto”.
Altrimenti il rischio è di essere dei mascalzoni. Ma non nel senso buono, come Raffaele Zanon, l’unico che aveva chiesto in tempi non sospetti una commissione sui project straredditizi, e per questo ci rimise la propria carriera in Regione.
Altri, anche facendo finta di fare opposizione, da Mose e altre opere, ha tratto il proprio vantaggio. Quelli sono meno colpevoli di Giancarlo Galan? (ex) Presidente, sia coraggioso: parli. Dica tutto. Sarebbe l’ultimo grande atto politico della sua carriera.

Alberto Gottardo