Il Cardinale Camillo Ruini all’istituto Don Bosco per il convegno “Dio oggi”

 

Il cardinale Camillo Ruini sarà a Padova oggi per partecipare alla conferenza sul tema “Dio oggi. Con Lui o senza di Lui, cambia tutto.” organizzata dall’Associazione Ex Alunni del Collegio Barbarigo di Padova.
La conferenza si svolgerà poi secondo il seguente programma:
–   Saluto del Presidente di Fondazione Antonveneta Mario Carraro
–   Saluto del Vicario generale della Diocesi di Padova mons. Paolo Doni
–   Saluto del Rettore del Collegio Barbarigo di Padova don Cesare Contarini
–   Introduzione del presidente dell’Associazione Ex Alunni del Collegio Barbarigo Alberto Franceschi
–   Modera don Giancarlo Battistuzzi

–   Intervento del cardinale Camillo Ruini
Di seguito l’intervento del presidente dell’Associazione Ex Alunni del Collegio Barbarigo Alberto Franceschi
“Dio oggi. Con Lui o senza di Lui, cambia tutto.” Questo il tema che come Associazione ex Allievi dell’Istituto Vescovile Barbarigo abbiamo chiesto di affrontare al cardinale Camillo Ruini qui a Padova, nel corso dell’incontro organizzato per martedì 26 ottobre alle 18.00 presso la Sala Polivalente dell’Istituto Don Bosco in Via Camillo De Lellis 4. L’incontro, che avrò il piacere di introdurre, sarà moderato da don Giancarlo Battistuzzi, ed è stato reso possibile grazie al contributo di Fondazione Antonveneta. Inoltre è patrocinato dal Comune di Padova, dalla Provincia di Padova, dalla Comunità di Sant’Egidio, dal Collegio Vescovile Barbarigo, e dalla Parrocchia dello Spirito Santo. (Per maggiori informazioni: www.associazionebarbarigo.org; per la prenotazione dei posti: tel. 049-8729511)

L’idea di invitare nella nostra città il cardinale Ruini, uno dei principali attori della Chiesa italiana degli ultimi vent’anni, nasce con l’obbiettivo di stimolare e stuzzicare il panorama culturale cittadino con un incontro che non nasconde una certa provocatorietà.

Il cardinale Ruini parlerà infatti in termini contrastanti rispetto al laicismo ideologico e all’ateismo spicciolo tipico di una società, quella in cui viviamo, tesa alla piena realizzazione e soddisfazione personale in tutte le sue sfaccettature (economica, sessuale, narcisista ecc.). Una società nutrita dalla mitizzazione di nuove e più formidabili scoperte tecnologiche in grado di allungare la vita umana, e di renderla “dolce”, priva di dolore. Una società consegnata a culti egoistici che tralasciano sempre più la nostra sfera interiore, il riconoscimento della nostra limitatezza, la cura della nostra anima, per cercare di esorcizzare l’ineludibile destino comune che è la morte terrena.

Il fatto che oggi si discuta apertamente di Dio evidenzia l’errore di prospettiva degli scorsi decenni, quando si pretendeva di sostenere che i credenti fossero una razza in via di estinzione. Invece è evidente che le religioni si sono dimostrate protagoniste della storia contribuendo, come nel caso del mondo comunista, a far cadere sistemi politici corrodendo dall’interno le certezze dell’ateismo su cui quei sistemi si fondavano.

Molte persone, oggi, si limitano a vituperare la Chiesa per le “clericali” invasioni di campo quando essa si esprime su temi biopolitici; per poi incoerentemente, subito dopo, applaudire i suoi pronunciamenti su temi come l’immigrazione o la solidarietà sociale, senza comprendere ahimè l’intima coerenza culturale che unisce quelle posizioni: l’impensabilità di un’etica e di un diritto non fondati sull’amore per le persone umane nella loro preziosa, irripetibile unicità, data dalla loro condizione di creature.

Con quali argomentazioni si può quindi oggi sostenere che, se si accetta o meno l’esistenza di Dio, “cambia tutto” (questo il titolo dell’incontro) nella scienza, nella società e nelle istituzioni umane?

Papa Benedetto XVI sostiene che nella nostra epoca “si tende a ridurre l’uomo ad una sola dimensione, quella ‘orizzontale’, ritenendo irrilevante per la sua vita l’apertura al Trascendente”. Nel contempo “cresce la tendenza a relegare Dio nella sfera privata, a considerarlo come irrilevante e superfluo, o a rifiutarlo esplicitamente”. Tuttavia, se “Dio sparisce dall’orizzonte dell’uomo, l’umanità perde l’orientamento e rischia di compiere passi verso la distruzione di se stessa”. Al contrario, secondo il sommo pontefice, “la fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa, che non delude”.

In una prospettiva analoga, lo stesso cardinale Ruini lancia l’offensiva culturale e politico-culturale sintetizzata da una recente intervista che “se non c’è Dio, l’uomo è soltanto una particella della natura, manipolabile come tutto il resto. Si perde così il riferimento principe della vita sociale, l’idea che l’uomo, come diceva Kant, è sempre un fine a cui tendere e non un mezzo”.

Alberto Franceschi

Presidente dell’Associazione
ex Allievi dell’Istituto Vescovile Barbarigo