La Cisl di Padova in memoria di Carlo Casarotto “adotta” un bimbo somalo di Bosaso

 

E’ costretto a spostarsi in carrozzina dall’età di tre anni. Arriverà in Italia tra una settimana con la concreta speranza di poter tornare a camminare. Sei anni, originario della città di Bosaso, in Somalia, il piccolo soffre di ulcere torpide ai piedi. In Etiopia non sono riusciti a curarlo, in Kenya volevano addirittura amputargli gli arti inferiori. La Cisl di Padova e l’Associazione Sos, un sodalizio che sviluppa progetti di solidarietà con le popolazioni africane, si sono prese a cuore le sorti del bimbo. I contatti con la famiglia del minore, la mamma e gli altri sei figli dopo la morte del padre, vittima della guerra civile, sono stati gestiti da Halimo Jama Mohamed, lavoratrice somala e delegata Cisl che vive a Padova da molti anni.

“Ci sono voluti quattro mesi – spiega Adriano Pozzato, segretario generale della Cisl di Padova – per completare le procedure burocratiche necessarie all’espatrio del piccolo. Ora è tutto pronto. Il bimbo arriverà a Padova tra una settimana. Sarà affidato alle cure dell’equipe medica della Neurochirurgia Pediatrica dell’Azienda ospedaliera di Padova, diretta dal professor Renato Scienza. Se ne occuperà il dottor Claudio Battaggia. In ospedale verrà curata la grave infezione che l’ha inizialmente colpito all’inguine per poi consumare progressivamente i piedi sino ad impedirgli di camminare. Dopo un ricovero di un paio di settimane dovrà osservare una terapia post riabilitativa di un paio di mesi in day hospital. Lo accoglieranno alcune famiglie italiane e somale che hanno offerto la propria disponibilità. I costi del viaggio, nel quale sarà accompagnato dal fratello ventenne, verranno sostenuti dall’Associazione Sos mentre le spese sanitarie saranno a carico della Cisl”. 

La Cisl ha promosso questo progetto di solidarietà in coincidenza con il decennale della scomparsa di Carlo Casarotto, figura carismatica del sindacato di via del Carmine, attivo nel volontariato sociale in città e tra i promotori delle politiche di integrazione per gli extracomunitari. “A dieci anni dalla morte ricordiamo la sua straordinaria generosità nei confronti di chi si trovava in difficoltà – è il ricordo di Pozzato – Casarotto aveva la grande capacità di costruire percorsi condivisi nel rispetto delle diverse appartenenze e poneva massima attenzione a valorizzare gli elementi in grado di superare le divisioni e di unire popoli ed etnie molto diversi tra loro. Ha saputo fornire un contributo decisivo alla nascita e allo sviluppo dell’associazione “Migranti” e al forum del Terzo Settore”.

All’impegno di Carlo – conclude il numero uno di via del Carmine – si deve la realizzazione della sala d’attesa in via Santa Chiara, dove funziona lo sportello immigrazione della questura. Uno spazio che ha permesso di eliminare le lunghe code di immigrati in attesa di rinnovare il permesso di soggiorno”. Oggi Casarotto è stato ricordato con un pizzico di emozione e nostalgia colleghi sindacalisti, a partire dal segretario nazionale della Cisl Funzione Pubblica Giovanni Faverin, e amici impegnati da sempre nel mondo del volontariato sociale.