La sconfitta elettorale di Padova analizzata dal senatore Giorgio Santini

 

Il senatore Giorgio Santini, uno dei leader del Pd veneto, analizza la sconfitta elettorale alle recenti elezioni amministrative, riceviamo e pubblichiamo:
Per ripartire dopo la sconfitta elettorale il Pd padovano e’ chiamato innanzitutto ad una lucida assunzione di responsabilità collettiva per capire gli errori commessi. E a cambiare strada con coraggio e umiltà per riconquistare il consenso dei cittadini. In primis di quanti alle elezioni europee del 25 maggio hanno già dato fiducia al partito: sono oltre il 41 per cento dei padovani. L’ultima cosa da fare, da parte dei dirigenti del Pd e’ attribuire ad altri le colpe della sconfitta.

E’ mortificante per il partito e per la stessa cultura politica da cui proviene che un dirigente esperto come Piero Ruzzante si sia contraddistinto in più occasioni nell’indicare come responsabile della sconfitta, il candidato sindaco, maneggiando in modo parziale e disinvolto i dati numerici e politici delle passate elezioni comunali. Egli mette a confronto la vittoria di Zanonato nel 2009 (centrosinistra unito) con la sconfitta di Rossi (centrosinistra diviso tra liste e candidati diversi) e scrive: “Forse se al primo turno fossimo stati tutti uniti, come nel 2009 con Flavio Zanonato, saremmo stati probabilmente irraggiungibili al ballottaggio.” Attribuisce la sconfitta in modo insinuante ma esplicito, all’incapacità di Ivo Rossi di unificare il centrosinistra. Dimentica che, purtroppo, la frantumazione dell’offerta elettorale che si e’ verificata nelle ultime elezioni non si puo’ certo imputare a Rossi al quale è spettato l’arduo e logorante compito di tenere assieme i cocci di una maggioranza pericolante ereditata dal suo predecessore: come è’ sotto gli occhi di tutti gli osservatori, questa situazione, ha radici profonde nella balcanizzazione della maggioranza consiliare avvenuta negli ultimi tre anni (solo l’ultimo anno il comune e’ stato retto da Rossi, gli anni precedenti da Zanonato). Ancora più violento e’ l’attacco a Rossi quando si paragonano da parte di Ruzzante i pochi voti aggiuntivi alle liste conquistati da Rossi con i tanti conquistati cinque anni prima da Zanonato, dimenticando di dire che alle elezioni del 2009 Zanonato si presentava come candidato sindaco per la quarta volta consecutiva e che quindi era giustamente portatore di una popolarità diffusa e meritata che un candidato come Rossi alla prima candidatura non poteva certo aver acquisito. Anche in questo caso con malcelata indifferenza viene avanzata la pesante insinuazione che con un altro candidato si sarebbe potuto vincere. Un vuoto di memoria da far impallidire lo smemorato di Collegno! Non possiamo infatti dimenticare che non solo Ruzzante è stato per lungo tempo segretario cittadino del partito e quindi il diretto responsabile della scelta e che poi ha ricoperto il delicato e centrale incarico di coordinatore della campagna elettorale. Quindi non poteva non sapere che Ivo Rossi era di gran lunga il piu’ forte nei sondaggi del centrosinistra (anche se abbiamo visto che i sondaggi non si trasformano automaticamente in voti), che ha affrontato e vinto le primarie di coalizione e soprattutto che nessuno, salvo un caso rientrato, mai ha posto in tempo utile la questione di un candidato alternativo targato PD.

Tutto questo è ben noto, ma deve essere valutato nella giusta dimensione senza cadere nella facile retorica del candidato sindaco come capro espiatorio, per una sorta di illusione ottica che porta a cercare la risposta alla sconfitta guardando al passato e cercando li’ una sorta di autoassoluzione personale e collettiva.

La sconfitta e’ responsabilità collettiva del gruppo dirigente e il candidato sindaco va ringraziato per aver fatto quanto era nelle sue possibilità. Con lui e con l ‘impegno di tutti, a partire dai consiglieri comunali eletti e tutti gli altri rappresentanti istituzionali ed i circoli, il Pd padovano deve ricostruire innanzitutto un progetto per la città ,una presenza diffusa tra i cittadini, nei quartieri, nel dialogo con le associazioni per dar vita ad una opposizione determinata, costruttiva, progettuale. In questo modo il Pd padovano può costruire un futuro migliore per la città, dimostrando di saper imparare dal passato senza esserne prigioniero, ma aprendosi alle grandi potenzialità che la stagione riformista del Governo Renzi può portare anche nel nostro territorio.

Giorgio Santini, senatore PD