Legambiente “tira” le orecchie al Comune per le bici sul cavalcavia Borgomagno

 

Il Comune ha installato cartelli e paletti di divieto per impedire il transito delle bici sulla passerella sul lato ovest del Borgomagno, un percorso fino a ieri cico-pedonale, utilizzato da migliaia di ciclisti che ora rischiamo di vedersi multare dai vigili.
Legambiente contesta però questo provvedimento rilanciando la necessità di un intervento concreto, che allarghi il passaggio ad ovest permettendo la convivenza in sicurezza di pedoni e ciclisti.
“Riteniamo ingiusta e miope questa decisione del Comune, – spiega Sandro ginestri, coordinatore dell’associazione ambientalista –  perchè interviene senza dare soluzioni adeguate in un punto di transito importantissimo per la ciclo-pedonalità padovana, perché collega alla città un quartiere molto popoloso e inquinato come l´Arcella.”
Legambiente riconosce che la passerella ad ovest è un po’ stretta e crea problemi di convivenza tra pedoni e ciclisti e proprio per questo ancora un anno fa, ne ha chiesto l’allargamento, tramite la realizzazione di una struttura a sbalzo che permetta la convivenza in sicurezza di pedoni e ciclisti.
I progetti sul futuro del Borgomagno, ricorda infatti l’associazione, non hanno impedito al Comune di costruire la nuova rampa del tram e di accingersi ora a ridisegnare la mobilità per le auto; non capiamo perchè solo le bici debbano restare fuori dei provvedimenti e lasciate allo sbando.
I soldi ci sono, perchè l’assessore Rossi ha promesso altri 10 milioni di euro per interventi sulla ciclabilità da realizzare nei prossimi anni e Legambiente non capiamo come il Borgomagno possa essere considerato un intervento non prioritario, lasciando per anni, ciclisti e pedoni allo sbando.
La replica di chi indica la possibilità di utilizzare in alternativa il passaggio ad est (lato stazione), secondo gli ambientalisti  è una non-risposta alle esigenze delle migliaia di ciclisti che si troverebbero così ammassati in una pista che
– è stata ristretta proprio in questi giorni, rendendola inadeguata a sopportare tutto il carico di ciclisti nei due sensi di marcia, in convivenza coi pedoni
– è servita da una rampa (che collega il cavalcavia alla stazione) molto ripida, tanto da risultare non percorribile in salita e pericolosa in discesa, per molti ciclisti che infatti si vedono spesso costretti a percorrerla a piedi.
– devia verso la stazione allungando il percorso e portando verso il proibitivo Corso del Popolo o verso la pista di Codalunga costellata di semafori
– costringerebbe a continui attraversamenti, pericolosi nella rotonda del Borgomagno o con tempi di attesa lunghissimi su viale Codalunga.
Infine c’è anche chi segnala come la pista ad est sia particolarmente mal frequentata e poco illuminata e, per questo motivo, viene evitata da alcuni ciclisti specie di sera.
Conclude Ginestri: “Il Comune farebbe bene a recuperare il ritardo sull’adozione di soluzioni concrete perchè la minaccia delle multe non aiuta nessuno: continuerà la guerra tra poveri tra pedoni e biciclette o, peggio ancora, costringerà i ciclisti ad avventurarsi nel caotico traffico del Borgomagno.
Nulla di più distante dalla città amica della bicicletta che il Comune si è impegnato a realizzare.”