L’Inps minaccia la sospensione e la revoca di migliaia di pensioni. L’allarme di Federcontribuenti

 

Rischia di cominciare davvero male il 2013 per migliaia di pensionati Inps che proprio con le ultime consegne delle lettere da parte del postino stanno ricevendo in tutta Italia una raccomandata inquietante da parte dell’Istituto nazionale della previdenza sociale. La lettera minaccia la sospensione della pensione nel corso del 2013 in mancanza della comunicazione Red.

“Evidentemente la strategia dell’Inps è quella di far venire un colpo ai nonnetti sotto le feste per risparmiare sulle pensioni del 2013 – argomenta ironico Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti – pensavamo di avere un periodo natalizio tutto sommato tranquillo, passata l’alluvione dell’Imu ed invece in tutte le nostre sedi territoriali continuano a chiamare ed a presentarsi pensionati allarmati dalla raccomandata Inps datata 14 dicembre ma in realtà recapitata tra Natale e Capodanno a un numero enorme di pensionati. Da La Spezia a Verona, da Milano a Salerno continuiamo a raccogliere segnalazioni di pensionati che nella mano sinistra hanno la raccomandata Inps che annuncia la sospensione della pensione e nella destra la ricevuta del Caaf con l’invio, ancora nel mese di maggio o al più tardi di giugno, che spiega come il pensionato non abbia altri redditi oltre a quelli dichiarati nell’apposito modulo.

Spero che il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua a cui ci appelliamo pubblicamente chiarisca cosa diavolo sta succedendo. Ed invitiamo i pensionati a controllare il 2 gennaio che siano effettivamente arrivate le pensioni in conto corrente. Nel caso la sospensione delle pensioni avvenga senza dare la possibilità ai pensionati di difendersi da quello che sembra essere, nella stragrande maggioranza dei casi, un marchiano errore di comunicazione tra Caaf e Inps avvieremo una class action di proporzioni colossali nei confronti dell’Inps perché, è bene ribadirlo, almeno durante le feste natalizie i cittadini devono essere lasciati in pace. Anche perchè, è bene ricordarlo, INPS ha libero accesso ai dati dei suoi utenti, perciò, basterebbe sburocratizzare l’iter: se gli impiegati INPS consultassero i database dell’agenzia delle entrate non si spargerebbe il panico e non si spaventerebbero le persone anziane”.

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