“La tragica fine di Sayed Abdelwahab Hamad Mahmoud e Ziad Saad Abdou Mustafa, operai egiziani asfissiati dalla fossa biologica che stavano ripulendo a Santa Maria di Sala, accende ancora una volta i riflettori verso la condizione del lavoro in Veneto, tra il rispetto delle regole e la prevenzione degli incidenti”. Con queste parole la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, Erika Baldin, che invita la Procura della Repubblica a procedere nelle indagini per dirimere la natura del rapporto di lavoro e lo status dei due sfortunati operai.
“Da quanto si è appreso nei media e tramite il sindacato -esordisce la consigliera- i corpi dei due ragazzi sono stati ritrovati senza mascherine di protezione antigas. Sono a conoscenza del fatto che è stato aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando anche l’omicidio colposo: andrà confermato se effettivamente Sayed e Ziad lavorassero senza un regolare contratto, e da chi avessero ricevuto l’incarico di ispezionare la fossa, giusto per evitare il rimbalzo di responsabilità. Inoltre, sarà opportuno vagliare il grado di preparazione dei due lavoratori, al fine di accertare che non siano stati ‘mandati allo sbaraglio’ senza adeguata formazione professionale e di sicurezza”. “L’aggiornamento della triste conta dei decessi nei luoghi di lavoro rivela peraltro ciò che già era logico conoscere, ovvero che l’economia sommersa contribuisce in maniera determinante all’aumento degli infortuni mortali. Ricordo ad esempio -prosegue Baldin- il caso della povera Anna Chiti, la studentessa veneziana annegata in laguna al suo primo giorno di lavoro, lo scorso maggio. Anche lei era senza contratto. Dove si annidano approssimazione, casualità, elusione delle norme è molto più facile che accadano fatti senza ritorno. Specie in una terra che purtroppo sta andando in controtendenza rispetto al dato nazionale, quanto al numero delle morti nei luoghi di lavoro: nei primi sei mesi del 2025 sono più che raddoppiate in Veneto rispetto all’anno precedente, con 36 decessi a fronte di 16, secondo solo alla Lombardia”. “Chiedo pertanto alla Regione di prendere un impegno e dar corso a intuizioni già manifestate: per prima cosa chiedo che la Giunta si costituisca parte civile nel processo che seguirà alla conclusione delle indagini relative alla tragedia di Santa Maria di Sala. Un atto che ritengo doveroso per sensibilità istituzionale e per dimostrare di avere veramente a cuore vicende come questa. Ma soprattutto, per l’ennesima volta -conclude Erika Baldin- chiedo a Zaia di fare l’ultimo regalo al Veneto prima di terminare il mandato: finanziare finalmente gli SPISAL in capo alle ULSS, dotandoli di personale in servizio e di risorse soddisfacenti non solo a intervenire post factum, quanto ad agire in termini preventivi, contribuendo ad evitare avvenimenti come questo”.