Politiche sociali a Padova: Panizzolo stronca la gestione dell’era Bitonci

 

Sulle politiche sociali portate avati dalla scorsa amministrazione guidata dal sindaco di Padova Massimo Bitonci, riceviamo e pubblichiamo una documentata analisi dell’ex dirigente del Comune di Padova Lorenzo Panizzolo. Come sempre se il candidato sindaco Massimo Bitonci farà pervenire una replica o comunicati stampa di qualche tipo, saremo lieti di dare anche a lui lo spazio che merita:
Ho diretto per 10 anni i servizi sociali del comune di Padova. Il ricordo di quel periodo è ancora vivo, sono stati anni di forte impegno su molti fronti: progettazione di nuovi servizi e controllo della qualità di quelli esistenti, ristrutturazione delle sedi del sociale di via del Carmine e dei quartieri, assunzione del personale e reclutamento di nuove professionalità (psicologo per i minori in grave difficoltà; dietista per controllo qualità dei pasti a domicilio degli anziani), riqualificazione della spesa sociale, perché è sempre importante spendere bene i soldi dei cittadini. I risultati – al netto delle inevitabili difficoltà – sono stati apprezzabili anche grazie alla qualità dei collaboratori.

Invece ho constatato come Bitonci abbia trascurato di valorizzare le migliori progettualità del sociale. Non mi è chiaro se per scelta o per disattenzione. Forse vale la prima, altrimenti che valore dare all’ipotesi elaborata nel marzo/aprile 2016 – per fortuna poi abbandonata – di delegare gran parte delle attività del sociale all’Ulss? Quasi che la gestione del welfare fosse un peso e non una ricchezza a disposizione delle politiche del Comune. Comunque sia, l’ultima Amministrazione – a mio avviso – ha condotto il sociale a una lenta agonia. Sul Mattino del 5 febbraio ho scritto del declino dei servizi riservati agli anziani ora è il momento di riflettere a cosa è accaduto all’area minori.
Entriamo nel concreto, come testimonia del resto quanto pubblicato dai giornali locali.
1) I servizi sociali – d’intesa con le scuole e le parrocchie – hanno realizzato diversi anni fa una buona rete di centri di aggregazione per adolescenti; si sono recuperati e arredati spazi dove educatori impegnavano i ragazzi in attività del dopo scuola e del tempo libero, con lo scopo di tenerli lontano dalla strada e dai perditempo, che sono cattivi maestri.
Non a caso i centri sono stati collocati in prevalenza all’Arcella, a Mortise e alla Guizza cioè nei luoghi dove si registrava la presenza – in forma più o meno accentuata – delle bande giovanili.
Purtroppo, per lungo tempo, l’Amministrazione Bitonci non ha investito adeguate risorse in queste azioni. Peccato grave, anche perché alle attività partecipavano numerosi ragazzi immigrati di seconda generazione nei confronti dei quali serve un’efficace politica di integrazione; si deve evitare che crescano o si sentano, ai margini della nostra comunità anche perché in futuro potrebbero essere adulti arrabbiati che vivranno rancorosi: alla fine quali saranno i costi per tutti noi?
2) E’ stata cancellata la figura dei mediatori culturali organizzati dal Comune nelle scuole: il mediatore è molto di più di un interprete, perché facilita il lavoro degli insegnanti nell’accoglienza degli studenti neo arrivati in Italia e favorisce una idonea relazione tra la scuola e le famiglie. Senza questo aiuto i nuovi arrivati, fino a quando non cominciano a masticare l’italiano, sono come pesci in un acquario. A nulla sono servite le petizioni sottoscritte da decine di insegnanti e una discreta campagna di stampa dei giornali locali.
3) E’ stata smobilitata l’attività “Artisti di stadio”, avviata anni fa sotto le gradinate dell’ Euganeo per consentire agli adolescenti di fare musica e di socializzare. La Regione Veneto e la Fondazione cassa di risparmio avevano addirittura finanziato, con migliaia di euro, la realizzazione, in quel luogo, di box insonorizzati per la musica. Non c’è più la cooperativa che gestisce i locali. Sembra addirittura che lo spazio sia stato declassato a sala mensa per le maestranze impiegate nei concerti estivi all’Euganeo.
La riflessione conclusiva ci porta alla premessa. A Padova nell’ultimo periodo non si sono valorizzate le migliori progettualità del sociale, perché è mancata l’idea di governo della Città nel senso pieno del termine. Perché governare vuole dire anche includere e coinvolgere che è il contrario di quello che è effettivamente successo a Padova.

 

Lorenzo Panizzolo
già capo settore servizi sociali
Comune di Padova