Sid e Sibylla insieme per la comunicazione integrata della biotech che lavora ad una cura per il Covid 19

 

30 studenti, 6 gruppi, 4 differenti mood (approcci alla comunicazione integrata), per un totale di 12 diverse proposte di comunicazione strategica e di branding. Questa l’ultima fatica degli studenti e dei docenti di Scuola Italiana Design per supportare la crescita sui mercati internazionali di Sibylla Biotechstartup tra le più promettenti della scuderia dalla Società di Gestione del Risparmio Vertis Sgr, attiva, con alcuni suoi fondi strategici, nell’individuazione e nel supporto allo sviluppo dei migliori spin off universitari del Paese.

E Sibylla è una delle biotech di frontiera tra le più promettenti del panorama nazionale ed europeo che sfrutta la tecnologia innovativa per la ricerca di nuovi farmaci PPI-FIT (Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting). Inventata dai suoi soci fondatori in ambito accademico e in licenza commerciale esclusiva a Sibylla, PPI-FIT rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nella progettazione razionale dei farmaci.

Sibylla è in grado di seguire virtualmente il processo di formazione di una proteina all’interno della cellula, ripercorrendone tutti gli stadi evolutivi da semplice catena lineare di amminoacidi fino alla struttura tridimensionale finale. È proprio durante i diversi stadi della ripiegatura della proteina che agisce Sibylla, valutando in quali spazi poter inserire specifiche molecole capaci di modificarne la natura rendendola innocua o comunque alterandone le funzionalità biologica.

È proprio grazie a questa tecnologia che Sibylla riesce a valutare con rapidità e precisione l’interazione tra una determinata molecola (anche ma non solo tra le migliaia già individuate e testate) e un bersaglio biologico come ad esempio il virus s.

Tra febbraio e giugno Sibylla, con risultati estremamente promettenti, ha attivato un percorso di ricerca No Profit (in collaborazione, tra gli altri, anche con l’Istituto Nazionale di Fisca Nucleare INFN che ha fornito l’enorme capacità di calcolo dei supercomputer dedicati alle ricerche di LHC) per l’elaborazione delle possibili interazioni tra il virus responsabile del Covid-19 e alcune molecole in grado di neutralizzare la sua replicazione.

La startup Sibylla Biotech, spin off di INFN e delle Università di Trento e Perugia, fondata nel 2017 e finanziata nel 2019, ora conta su di un gruppo di lavoro di 9 ricercatori ad altissima specializzazione. Sono 6 invece i soci fondatori della biotech 2 dei quali, l’Amministratore delegato Lidia Pieri e Giovanni Spagnolli direttamente attivi in azienda ed altri 4 (Maria Letizia Barreca, Emiliano Biasini, Pietro Faccioli, Graziano Lolli) con il ruolo di consulenti scientifici pro bono.

Una azienda giovane ma dalle grandi potenzialità, che anche grazie all’ingresso del Fondo di Venture Capital Vertis Venture 3 Technology Transfer di Vertis Sgr nel proprio capitale sociale è pronta a ottenere il posto che le spetta in un mercato della ricerca applicata davvero globale.

Per fare questo Sibylla ha scelto Scuola Italiana Design affidando a 30 ragazzi del terzo anno di Sid, sapientemente guidati dalla Art Director della Scuola la designer Sonia Tasca e dal docente di Sid e della Libera Università di Bolzano Alessandro Rea uno studio approfondito sulle possibili identità di brand e sulle conseguenti modalità strategiche di comunicazione del marchio a livello globale.

«È stupefacente come un gruppo di ragazzi così lontani dal mondo accademico e delle biotecnologie come gli studenti di Sid siano riusciti a centrare perfettamente le esigenze e le modalità migliori di comunicazione globale di una società come la nostra» commenta l’Amministratore delegato di Sibylla Biotech, Lidia Pieri. «Tutte le proposte che ci sono state sottoposte, 12 in tutto, 3 per 4 differenti mood e stili comunicativi sono centratissime, ragionate sulla base di un’analisi precisa dei nostri competitor a livello internazionale, e mirate a collocare il nostro stile strategico di comunicazione dove il margine di visibilità è maggiore. Siamo quella che si definisce una “early stage drug discovery company”, una società emergente in un sistema globale ad alta tecnologia dove crediamo di potere fare la differenza. L’aiuto di Scuola Italiana Design e del Galileo Visionary District credo ci sarà prezioso. Un’esperienza convincente a tutti gli effetti».

«L’obiettivo che il committente ha posto ai nostri ragazzi era estremamente stimolante» aggiunge Andrea Busato, responsabile dei Rapporti con le Imprese di Scuola Italiana Design. «E i nostri studenti, grazie alla guida esperta della Art Director di Sid Sonia Tasca e del professor Alessandro Rea, hanno ragionato da veri professionisti per costruire un’identità di brand e da questa sviluppare una strategia di comunicazione integrata per un’azienda dalle grandi potenzialità in un mercato autenticamente internazionale e complesso come quello delle biotecnologie e della farmaceutica»

«Il progetto sviluppato attorno alle esigenze di Sibylla è un progetto importante per i nostri ragazzi» conclude Emiliano Fabris, direttore del Galileo Visionary District «anche perché rinsalda la sempre più forte partnership che il Galileo Visionary District e i suoi dipartimenti hanno costruito con Vertis Sgr che è socio di Sibylla. Un lavoro che apre a nuova collaborazioni con le aziende della scuderia di Vertis, tutti spin off dei più grandi e avanzati Atenei del Paese confermando il ruolo di Sid e del Galileo a supporto del trasferimento tecnologico, dello sviluppo della nuova impresa ad alto valore aggiunto, nel mondo della comunicazione e del design nel Paese».