Sposarsi a Padova? La guida di “E’ sposi”

 

Quella che si terrà dal 12 al 14 febbraio alla Fiera di Padova è la più importante rassegna del settore nel Nordest. Una manifestazione che non conosce crisi, con oltre 140 aziende trivenete, in una raffinata e qualificata esposizione che spazia nell’intero arco dei prodotti e dei servizi per il grande giorno, e non solo.
Su 8.000 metri quadrati, da venerdì a domenica i futuri sposi (ma anche i loro genitori e gli invitati) potranno ispirarsi per gli acquisti di abiti, per la lista nozze, per le bomboniere, la luna di miele e per tutti i servizi per il matrimonio: quelli indispensabili, ma anche i più eccentrici. Tra le migliaia di idee suggerite in questa fiera organizzata dalla società padovana di eventi SDS, ci saranno: abiti da cerimonia confezionati dalle sartorie per lei, per lui e per gli invitati, servizi video-fotografici, fiori, acconciature e trucchi, bomboniere, ristoranti- catering e ville, carrozze d’epoca e auto prestigiose, proposte di soggiorni indimenticabili, gioielli, gruppi musicali, Wedding planner (i professionisti che organizzano il matrimonio dall’a alla z), fuochi d’artificio, articoli regalo e proposte per arredare il “nido”.
Farà il suo esordio uno speciale spazio dedicato al bambino, con giocattoli, abbigliamento, arredamento per le camerette, più angolo giochi dove lasciare i bambini in compagnia del mago Magico Coppertin.
Ci sarà il grande stand Matrimonio d’autore, con una rappresentanza di proposte d’alto livello; domenica pomeriggio defilé di abiti da sposa e musica dal vivo tutti i giorni.
Molti i premi previsti, tra cui: mille euro per il concorso Giovani stilisti agli studenti padovani autori dei migliori modelli da sposa; una settimana in Tunisia per il più bel messaggio d’amore, cinque abiti da sposa da 5.000 euro ciascuno vinti col grattaevinci dalle visitatrici di una maison d’alta moda; un week-end per 2 in un relais umbro. Biglietto a 8€ (ridotto 4€) con catalogo in omaggio. Orario continuato 10- 20.
Inaugurazione con mega torta domani alle ore 17 al padiglione 11 con concerto del compositore jazz veneziano Michele Bonivento che proporrà in anteprima il suo 40° cd.
Collegato al salone, l’evento in tre giornate “Innamorati di Padova”, con visita guidata dei più romantici angoli cittadini, spettacoli in Prato della Valle che culmineranno con concerto e bacio da record.

Ma vediamo la fotografia dei matrimoni in Italia:

Matrimoni precoci e tardivi
Sono le ragazze campane a sposarsi prima di tutti (a 28,3 anni, con uomini mediamente di 31,3 anni); seguono le siciliane (a 28,6 anni) e le calabresi (a 28,3). Dove invece il “sì” arriva più tardi è in Emilia Romagna, per uomini in media di 34,3 anni con donne di 31. Seguono i liguri (34 anni) e i friulani (33,8).

Risposarsi
I dati Istat relativi al 2007 indicano poi che la regione in cui le donne si risposano più volentieri dopo un divorzio o una vedovanza è la Valle d’Aosta: il 16,1% del totale; segue la Liguria con il 16% degli uomini e il 15,2% delle donne.

Matrimoni con immigrati
La terra italiana in cui nascono più legami tra comunità diverse non è, come si potrebbe pensare, una regione di confine che facilita gli scambi. A guidare questa classifica è infatti la Toscana con la presenza di almeno un coniuge straniero nel 23,4% dei matrimoni. Seguono Trentino Alto Adige (21%), Veneto con il 19,4%, Emilia Romagna col 19,2%.

78.000 si sposano senza un lavoro
Su 250.360 coppie italiane che ogni anno si sposano, le persone che hanno almeno un lavoro ufficiale sono 407.518. Tra i novelli sposi ci sono 5.817 uomini disoccupati e 13.055 donne senza lavoro; in cerca di prima occupazione sono ben 9.141 femmine e 2.440 maschi; ci sono 34.802 le casalinghe, 6.711 gli studenti e 5.574 sposi che si sono ritirati dal lavoro.
Dividendo statisticamente per due i 78.684 non lavoratori che si sposano, risultano ben 39.342 nuovi nuclei familiari che ogni anno si costituiscono in situazioni ufficiali di precarietà, campando probabilmente grazie agli aiuti familiari o a lavori in nero.

Matrimoni in calo, aumento dei riti civili     
L’Italia è uno dei 27 paesi dell’Unione Europea in cui ci si sposa di meno. Nel 2007 4,2 matrimoni ogni mille abitanti (la media UE è 4,9). Tra il 2002 e il 2007 il numero dei matrimoni è calato fino ad arrivare a 250.360 nel 2007. D’altra parte i matrimoni celebrati con rito civile (il 34,6% del totale), nel periodo considerato, sono cresciuti dell’11,1%. La regione in cui il numero dei matrimoni è più alto è la Lombardia, con 35.490, seguita da Campania con 32.118 e da Sicilia con 24.092.
Sono i nuovi aderenti all’Unione ad alzare il livello, dato che molti altri paesi dell’Europa a 15 si collocano su valori vicini al nostro, con le eccezioni di Danimarca (6,7), Finlandia (5,6) e Grecia (5,5). Le nazioni in cui tra il 2002 e il 2007 sono sensibilmente aumentati i matrimoni sono: Romania (+2,9%), Lettonia (+2,6%), Lituania (2,2) e Polonia (+1,5%).

Ci si sposa di più al Sud
Dove ci si sposa di più in Italia sono sempre le regioni del Mezzogiorno (4,9 matrimoni per mille abitanti, pari alla media UE), mentre al Nord si registrano solo 3,7 matrimoni ogni mille abitanti. E’ la Campania la regina dei matrimoni, con un tasso di nuzialità di 5,5 matrimoni ogni mille abitanti; seguono Sicilia e Puglia (entrambe con il tasso di 4,8). Dove invece ci si sposa di meno è in Emilia-Romagna (3,5 matrimoni ogni mille abitanti), seguita da Friuli Venezia Giulia (3,6), e con 3,7 matrimoni ogni mille abitanti: Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Marche. 
Il crollo più brusco degli sposalizi rispetto al 2002 si è registrato in Sicilia, con -0,7%.

Riti civili in crescita
In provincia di Bolzano ci sono più matrimoni civili che religiosi: per la precisione il 59,6% del totale, percentuale di gran lunga superiore alla media nazionale del 34,6%. Molto distanziate ci sono Liguria (51,3%) e Friuli Venezia Giulia (50,7%). Dove invece il matrimonio religioso vince con più forza è la Basilicata (solo 12,5% i riti civili) seguita dalla Calabria (13,9%) e dalla Puglia (16,2%).
I matrimoni civili rappresentano nel Mezzogiorno solo il 20,4% del totale, contro il 44,3% del Centro- Nord, tuttavia al Sud sono in aumento del 2,4% rispetto al 2002.