Da Szumski a Guadagnini, con Morosin, Callegari e Chiavegato: uniti possono svuotare la Lega veneta

 

Il 2 giugno si è tenuto nel suo Comune la kermesse del sindaco “ribelle” Riccardo Szumski. Circa 300 auto hanno partecipato al drive-in organizzato a Santa Lucia di Piave dove sono state lanciate le “Unità di Resistenza Veneta”.
Abbiamo chiesto al Coordinatore regionale del Partito dei Veneti cosa ne pensa di questa iniziativa e di come possa integrarsi con la proposta politica presentata davanti ai 2000 del Palageox di Padova.

Giacomo Mirto il Sindaco ribelle starebbe bene nel Partito dei Veneti, no?
“Riccardo Szumski ha partecipato a tutti i grandi eventi organizzati dal PdV. La sua squadra di Treviso ha più volte ventilato la possibilità di candidarlo a Treviso con noi, cosa da sempre accettata da tutto il PdV. La sua iniziativa del 2 giugno non mi pare infatti che miri a fondare l’ennesimo “partitino venetista”, ma piuttosto a creare una rete civica di veneti stanchi di vivere in un contesto sociale come quello italiano sempre più in declino. Cosa che non posso che approvare e che ripeto da 12 anni ormai, da quando ho abbracciato l’idea indipendentista”.

Szumski quindi non vuole fare un nuovo partito?
“Io non posso dire cosa voglia o non voglia fare, credo che Riccardo sia una persona intelligente e capisca benissimo che dividere il fronte indipendentista e autonomista ora che l’abbiamo unito non gioverebbe a nessuno. Verrebbe vanificato tutto il lavoro fatto fino ad ora e gli unici a goderne sarebbero la Lega e gli altri partiti romani. I punti di contatto con il PdV sono infatti tantissimi, a partire dalla fascia veneta che sempre, giustamente, indossa e che fu proprio il nostro candidato Governatore a proporre in Regione che venisse “ufficializzata” e resa istituzionale”.

Sì perchè il Partito dei Veneti ha scelto Guadagnini come candidato Governatore?
“Esatto. Premettiamo che il candidato Governatore del PdV alle prossime elezioni difficilmente batterà Zaia. La vera sfida sarà nelle Provincie dove dovremo riuscire a far eleggere il numero maggiore di consiglieri possibili. Detto questo io credo nella democrazia interna e seduti intorno ad un tavolo la maggioranza dei movimenti che compongono il PdV si è espressa a favore di Antonio Guadagnini. Dobbiamo pensare a far conoscere il progetto, il simbolo e i candidati locali del PdV e non soffermarsi su una candidatura di servizio: per questo chi ne fa una questione di principio dentro e fuori al partito o è “mona” o “male-intenzionato”.

Il Partito dei Veneti potrebbe essere la sorpresa delle elezioni?
“Il Partito dei Veneti rappresenterà la vera novità elettorale perchè vuole tracciare un percorso di autogoverno che non passi dai partiti romani che fino ad oggi dal tema dell’autonomia in avanti ci hanno solo preso in giro. Il Veneto deve essere governato dai veneti, senza vincoli o limitazioni imposti da segreterie politiche con sede fuori dal nostro territorio”.