Tar boccia vendita delle quote nella municipalizzata di Lonigo – San Bonifacio e Cologna Veneta

 

“L’uomo solo al comando spesso rischia di fare del male alla propria comunità. Lo si vede bene negli ultimi anni a Lonigo dove una serie di tematiche importanti per l’amministrazione sono rimaste nella migliore delle ipotesi delle mere enunciazioni, quando non sono diventate realtà peggiorative per i miei concittadini.
In uno dei peggiori dei casi collocherei l’ultimo capitolo della lunga telenovela che ruota attorno alla locale municipalizzata, la cui vendita è stata bocciata dal Tar. Con costi legali esorbitanti, se rapportati alle dimensioni del Comune”.
A dirlo Cristina Guarda, consigliere regionale di Civica per il Veneto, in relazione al pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale del Veneto che accoglie il ricorso presentato dai comuni San Bonifacio e Comune di Cologna  Veneta e dal socio privato di Unicoge,  contro il comune di Lonigo, riguardanti la procedura di vendita delle quote di unicoge promosso da quest’ultimo.
“La pronuncia del TAR annulla gli atti e le delibere conseguenti – spiega Cristina Guarda – e credo che sia una bocciatura davvero clamorosa per una amministrazione comunale che in cinque anni ha dimostrato che spesso le vicende si chiudono, come in questo caso in un nulla di fatto. E ci sarebbe da aggiungere, per fortuna, visto che nel caso della realizzazione del milionario palasport avremmo la vendita di un asset che produce utili e tutela i cittadini leoniceni dalle storture del mercato ultralibero, investendo il denaro della comunità in un’opera che per definizione genera costi.
La procedura era stata attivata ,in tutta fretta,  a  ridosso della scadenza elettorale e legata alla promessa dell’amministrazione di impegnare le risorse ottenute per realizzare il tanto sognato palazzetto dello sport. Un sogno appunto, a cui lascia il posto un incubo che è quello di avere visto un centro importante come Lonigo prigioniero di scelte politiche ballerine “. “Credo che le scelte adottate – conclude Cristina Guarda – per  temi così importanti che, incidono direttamente sulla vita dei miei concittadini, vadano condivise con le parti sociali, con la Città,  con uno in spirito collaborativo, di rispetto delle regole e delle procedure nella massima trasparenza. Certamente non  imposte, perlopiù a ridosso della scadenza elettorale e in piena emergenza sanitaria,  poco serio… per “ l’avvocato dei cittadini”.