Tram in zona Voltabarozzo – Facciolati: credo che sarebbe utile per tutti leggere le valutazioni di uno che di tram ne sa qualcosa sul serio, e non in teoria ma perchè lo ha fatto funzionare

 

altLa forza dei fatti e dei numeri travolge sempre l’ideologia fatta di suggestioni e schemi più immaginari che reali. Avviene su facebook nel giorno in cui il comitato “No rotaie Voltabarozzo“, sigla dietro cui hanno sfilato i consiglieri di opposizione in consiglio comunale Alain Luciani, quello del M5S Simone Borile ed un gruppuscolo di candidati nelle civiche di Massimo Bitonci che in consiglio comunale manco sono riusciti ad entrare, il tutto condito dalla vistosa presenza di Filippo Ascierto, ex parlamentare condannato recentemente per una torbida storia di appalti e mazzette.
Non è andato alla manifestazione, ma ha dato il suo contributo sui social Corrado Poli, docente di urbanistica già molto attivo nel sottogoverno all’epoca della giunta di Giustina Destro, Scrive Poli un post con una foto della pista ciclabile ricavata dall’ex percorso ferroviario del tratto che collegava fini a metà del secolo scorso Padova con Piove di Sacco. “Tutto questo scomparirà per fare passare una montagna di acciaio e cemento (ma ambientalista) chiamata tram?”. Manco il tram fosse largo 80 metri e occupasse poi tutto il lacerto di verde su cui è immaginato che passi.
Gli risponde con la consueta concretezza e con la forza dei numeri Amedeo Levorato, che di tram se ne intende dato che, se funziona e se c’è la linea dalla stazione a Pontevigodarzere lo si deve anche alla sua capacità di gestire appalti, senza un minuto di ritardo nè manco il sospetto di distrazioni.
Credo che quanto segue dovrebbero leggerlo soprattutto quelli che hanno sfilato ieri sul ponte di Voltabarozzo, o almeno, quelli che su Voltabarozzo e Facciolati, ci vivono:
Per verità io avrei fatto per primo quello che sostengo essere LA priorità dal 1994: il collegamento tra l’uscita autostradale Pd Est con megaparcheggio (Ikea) e Stazione-Piazza Garibaldi Sarmeola, cioè il SIR2. In tempi non sospetti (2013) ne avevo ipotizzato la realizzazione anche con una Linea Ad Alta Mobilità (bus in corsia riservata). Nel 2015 per un progetto della CCIAA chiamato Soft City, insieme a Netengineering avevamo sviluppato l’ipotesi per servire Pd Est-Padovauno-Stanga-Universita’-Fiera-Tribunale-Stazione-Garibaldi-Prandina-Sarmeola con fermate chiuse illuminate area condizionata e riscaldamento. Ma sembra che questa sia una priorità solo per me.
Caro Corrado Poli non so quali ritieni siano i miei motivi ma ti comunico che io ho dedicato otto anni della mia vita professionale per finire un tram che molti volevano togliere gettando 105 milioni dalla finestra. Lo riengo un servizio dovuto alla comunità. Io lavoro, non ho avuto pensioni, buonuscite né benefit. Ho realizzato un impianto fotovoltaico coprendo la discarica di Roncaiette per generare il 20% dell’energia consumata e acquistato 43 autobus a metano anche grazie alla spinta e all’aiuto di Legambiente e Andrea Ragona. Abbiamo portato il wifi gratuito in tutta la città, parcheggi, tram, università, ospedali e piazze. Ho automatizzato i parcheggi, avviato il car sharing, steso la rete autovelox che serve anche per il controllo dell’ordine pubblico e dell’ingresso in città. E SI, anche progettato l’ Ecopass e la linea ferroviaria Abano Corso Australia Ferrovia Zip Interporto di cui alcuni menano vanto. Fino a giugno 2014, 60 milioni di investimenti. Dal luglio 2014 ZERO. Niente bus elettrici, niente tram, nessuna innovazione salvo la rotonda alla Stanga.
Quindi per cortesia, illazioni teoriche lasciamole a casa: spieghiamo cosa serve per fare una città che sia all’altezza delle sfide. Oggi Padova é superata in tutto da Venezia Verona Vicenza e Treviso.
Auguro al sindaco Giordani di realizzare il tram SIR3 ma credo sarebbe opportuno concentrarsi su qualcosa che non è stato mai detto: per fare opere di questa portata occorre un progetto di rigenerazione urbana, occorrono risorse di ricomposizione e un consenso che non sia costrizione ma volontà consapevole. Il Comune dovrà ora concentrarsi su come trovare la quota di risorse di propria competenza necessarie non solo a realizzare il SIR 3 ma anche a “sistemare” le esigenze delle comunità coinvolte, cosa che non fu fatta per il SIR1, scelta di priorità a mio avviso illogica compiuta nel 2001 sulla base di dati a mio avviso deboli e contraddittori. Per fare il SIR 3 il problema non è sacrificare una aiuola o il doppio senso su via Gerardo ma trovare un consenso spendendo risorse che vanno trovate non certo e non solo i 56 milioni dello Stato. La prima e unica urgenza é ed è sempre stata Pd Est – Centro, oggi alla ribalta con il nuovo ospedale.
Per cortesia siamo seri e lasciamo lavorare Arturo Lorenzoni, Luca Masnata e Coalizione Civica. Il Comune realizzerà il SIR 3 a 4 casse perché é indispensabile alla città“.