Trasporti pubblici: riunione a Confservizi per salvare bus e tram

 

Come recuperare i 40 milioni di euro tagliati dalla Regione Veneto rispetto all’esercizio 2010 ? E come scongiurare i tagli alle linee e agli organici ? Presidenti e direttori delle Aziende di trasporto pubblico della nostra regione, riuniti oggi a Padova, nella sede di Confservizi Veneto, l’associazione di rappresentanza del settore, hanno deciso di esercitare forti pressioni sulla Regione per ottenere altre risorse da destinare ai trasporti. In caso contrario valuteranno la possibilità di chiedere lo stato di crisi in maniera da poter attingere alla cassa integrazione straordinaria per i dipendenti. E’ questa l’indicazione emersa dal vertice presieduto dal presidente di Confservizi Lamberto Toscani e dal direttore Nicola Mazzonetto, dal presidente della Commissione trasporti Valter Baruchello e dal coordinatore dei direttori delle aziende Stefano Zaninelli. La prossima settimana una delegazione degli amministratori incontrerà l’assessore regionale Renato Chisso per sollecitare un tavolo congiunto con Anci, Upi e organizzazioni sindacali. 
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“Da gennaio a marzo – spiega Mazzonetto – le nostre aziende non hanno operato alcun taglio garantendo gli stessi servizi dell’anno scorso. Ora si ritrovano a dover fare i conti con una diminuzione delle risorse pari all’11,3% (rispetto ai 275 milioni di euro del fondo 2010). E potrebbero essere costrette a praticare tagli ancora più dolorosi in quanto distribuiti su nove mesi anziché dodici. A rigor di logica dovrebbero essere cancellati qualcosa come dieci milioni di chilometri di percorrenza e circa cinquecento posti di lavoro. Prendiamo atto del caloroso invito dell’assessore Chisso a non assumere iniziative fino ad avvenuta approvazione dell’assestamento di bilancio da parte del Consiglio regionale. Ma chi ci assicura – si chiede il direttore di Confservizi Veneto – che i tagli verranno ripianati? Nel malaugurato caso in cui il fondo per il trasporto non dovesse essere rimpinguato presidenti e direttori potrebbero essere chiamati a rispondere in sede civile, penale e contabile della cattiva gestione delle rispettive aziende”.

“Ci chiediamo – rincara la dose il presidente dell’associazione Toscani – dove sia finito il contributo statale di 400 milioni di euro (di cui una quarantina destinati al Veneto) deliberato il 16 dicembre scorso dalla Conferenza Stato-Regioni. In cambio del via libera al federalismo fiscale era stato deciso un allentamento del Patto di Stabilità, con conseguente riduzione di 400 milioni al taglio dei trasferimenti statali destinati al TPL. Non si sa che fine abbiano fatto quelle risorse e se siano ancora destinate al trasporto pubblico. Ora non ci resta che esercitare pressioni a tutti i livelli nei confronti della Regione per ottenere quanto non è stato possibile stanziare in sede di bilancio di previsione. I 40 milioni mancanti rappresentano una risorsa indispensabile alla sopravvivenza delle nostre aziende di trasporto. Gli amministratori che non hanno ancora provveduto in tal senso potrebbero richiedere lo stato di crisi per mettere i dipendenti in cassa integrazione straordinaria. E’ una decisione inevitabile in attesa che la politica faccia la propria parte. Le aziende – conclude il presidente – sono consapevoli di arrecare un danno ai trecento milioni di pendolari che usufruiscono ogni anno delle linee di trasporto pubblico del Veneto ma al momento non esistono alternative”.