I vent’anni de Le Sablon raccontano quanta l’Arcella sia diversa da come è stata raccontata

 

L’Arcella è insicura. L’Arcella è stata devastata dal tram, non è più l’Arcella di vent’anni fa. Risponde la realtà a questi luoghi comuni che spesso fioriscono nella bocca di chi vive altrove. E la realtà si chiama anche Le Sablon, la pasticceria che da vent’anni è il punto di riferimento all’Arcella non solo e non tanto per i dolci, ma come luogo di aggregazione da quando Luca Scandaletti, pasticcere che si è fatto le ossa sulle navi da crociera, ha spostato Le Sablon dalla prima sede di via Aspetti a via Guido Reni nel luogo che fu negli anni un negozio di abbigliamento e poi una sala scommesse. Giovedì sera c’era un migliaio di persone tra dentro e fuori per fare festa al coraggio imprenditoriale di Luca Scandaletti ed alla tenacia della sua brigata di barman, cuochi e pasticceri. C’era il sindaco Sergio Giordani e alcuni consiglieri comunali. Luca era un po’ frastornato da tanta attenzione, essendo un tipo un po’ burbero e certo più abituato a lavorare a testa bassa che a godersi, per non dire vantarsi, dei traguardi raggiunti.
Luca ha cambiato il volto di quel pezzo di quartiere di fronte alla fermata del tram San Gregorio ed all’omonima Chiesa parrocchiale che dà il nome alla fermata.
Se fosse vero quello che i male informati e altroveresidenti dicono dell’Arcella, Luca Scandaletti avrebbe dovuto chiudere nel 1999 dopo appena un anno di attività. Per colpa del tram e della criminalità. Ed invece ha decuplicato e forse anche di più giro d’affari e dipendenti che si alternano al bancone della pasticceria che è anche un po’ lounge bar, dalla mattina presto fino alla sera tardi. Sì, fino alla sera tardi perchè l’Arcella è talmente invivibile e mal frequentata che Le Sablon spesso fa delle serate speciali e chiude dopo mezzanotte, come fanno i vicini e frequentatissimi Spiller e Gasoline, che assieme ad un altro bar (credo si chiami “il21” ma non sono sicuro) smentiscono la narrazione di un quartiere in preda a chissà quale paura. Io me lo godo questo quartiere dove sono cresciuto e dove sono tornato a vivere, e lo vedo vivace e orgoglioso della sua alterità rispetto al resto del Veneto. E la prossima volta che qualcuno vi dice “l’Arcella però …” invitatelo a bere una birra la sera tardi a Le Sablon. Cambierà idea.

Alberto Gottardo