Fisco: allarme Confapi, “A Padova aumento di oltre 400milioni di euro di tasse”

 

altLa Legge di stabilità prevede un aumento dell’Iva al 24% nel 2016, mentre nel 2018 potrebbe sfondare il tetto del 25,5%: secondo Fabbrica Padova, centro studi dell’Associazione delle Pmi, ciò comporterebbe un carico di imposte indirette superiore ai 400 milioni di euro. Il presidente Carlo Valerio: «L’aumento dei prezzi penalizzerebbe i consumi, riducendo i ricavi, anche per le casse dello Stato. Il Governo ha il dovere di scongiurare quella che sarebbe la fine per la nostra economia».
Mancano 429 giorni. E Confapi è pronta ad avviare il contatore che porterà al 1° gennaio 2016, sperando ci sia la possibilità di fermarlo per tempo. 429 giorni all’aumento dell’Iva che scatterà, appunto, dal 2016 se i tagli alla spesa previsti dal Governo con l’ultima legge di Stabilità non saranno sufficienti. In altri termini, se i tagli e le entrate non basteranno a far quadrare il bilancio e restare all’interno del quadro di vincoli imposti dall’Europa, ci sarà un incremento dell’Iva spalmato in più anni, come precisato dall’articolo 45 del Disegno di legge, intitolato “Ulteriori misure di copertura”, al comma 3. Un’ipotesi che Confapi Padova boccia nella maniera più categorica: «Le nostre imprese e i loro dipendenti sarebbero ancora una volta chiamati a pagare il conto lasciato da amministratori incapaci, ma stavolta il colpo subìto rischierebbe di essere mortale» afferma il presidente Carlo Valerio. «Sarebbe una soluzione del tutto illiberale. Governo e Parlamento devono capire, invece, che la copertura va trovata eliminando quanto c’è di improduttivo nella spesa, cominciando con la cessione degli immobili pubblici e con un taglio delle uscite per i ministeri, scongiurando questo pericolo».

I numeri elaborati da Fabbrica Padova, centro studi dell’Associazione, permettono di avere un quadro più preciso. Si parla di una clausola di salvaguardia sulle aliquote Iva e sulle altre imposte indirette per un ammontare di 12,4 miliardi nel 2016, 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Il tutto prevedendo un aumento dell’aliquota ordinaria del 22% al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018, mentre l’aliquota ridotta al 10% passerebbe al 12% e, in seguito, al 13%. Per il territorio padovano significherebbe un carico di imposte indirette di circa 239 milioni nel 2016, 343 nel 2017 e addirittura 412 milioni nel 2018. Una stima a cui Fabbrica Padova è arrivata calcolando quanto incide il Pil padovano sul Prodotto interno lordo del Paese.
«Con un rincaro dell’Iva ci saranno moltissimi beni che subiranno un aumento del prezzo: questo penalizzerà ulteriormente i consumi, riducendo di conseguenza i ricavi, e saranno proprio le piccole e medie imprese a essere le più colpite» aggiunge Valerio. «Un’ultima considerazione: è tutto da dimostrare che un eventuale aumento dell’Iva permetterà di rimpinguare le casse dell’Erario nella misura prevista. E’ sin troppo evidente, infatti, che la riduzione degli acquisti porterà a una riduzione del gettito. Un motivo in più per far sentire la nostra voce con tutta la forza possibile e dire no a una misura letale per la nostra economia. E’ impensabile immaginare investimenti, quindi ripresa, in un territorio dove si continua ad aumentare la pressione fiscale».