Al ristorante “Perchè” di Roncade un reading teatrale sul ’68 a cura di Luca Pollini

 

Un reading giornalistico e teatrale che indaga su come e quando ebbe inizio la ribellione giovanile del ’68 negli Stati Uniti (e subito dopo anche in Europa). Un reading del giornalista e scrittore milanese Luca Pollini che prende spunto da due suoi libri che hanno come sfondo quel periodo di grandi cambiamenti: “Hippie, la rivoluzione mancata” e “Restare in Vietnam”.  Si terrà al Ristorante Perché di Roncade (Treviso) venerdì 4 maggio, con inizio alle ore 19. L’autore sarà presentato dal giornalista Renato Malaman (nella foto qui sotto il giornalista Malaman e Luca Pollini alla recente presentazione di Padova).
Lo spettacolo vuole celebrare in modo originale il cinquantesimo del ’68, cercando di stimolare qualche riflessione su quel momento di svolta sociale, culturale e politica.

Il movimento hippie, nato nel 1965 a San Francisco, è durato poco più di cinque anni ma con i suoi messaggi e i suoi slogan (primo fra tutti “Peace and Love”) ha stimolato un’intera generazione e continua a farlo. Vi aderirono masse di giovani di tutte le classi sociali, anche benestanti, che rifiutarono la società capitalistica, gli status symbol del tempo, immaginando un mondo fondato sull’amore e sul rispetto per l’ambiente, sull’intercultura, sull’antimilitarismo, su modelli di famiglia “ribaltati” e su una sessualità più libera e allargata.  Uno spettacolo che grazie a parole, immagini e musiche dell’epoca (chi non ricorda il concerto di Woodstock o i brani di Bob Dylan, Joan Baez e Jimi Hendrix?) fa rivivere anche le suggestioni e i sogni di quell’epoca.

Il reading di Luca Pollini racconta con letture, musiche, testimonianze e video originali i sogni e le battaglie di un’epoca in cui lo stare insieme, “il collettivo”, aveva un senso politico concreto.

Tutto è avvenuto in un periodo in cui negli Stati Uniti una generazione ribelle veniva mandata in Vietnam, a combattere una guerra logorante di cui l’opinione pubblica non sapeva dove si stesse combattendo ignorandone anche i motivi. A raccontare quella guerra è Marlin McDade partito poco più che ventenne, abbastanza convinto di quello che stava andando a fare. Poi gli eventi: l’addestramento inutile; il quotidiano convivere con la paura; le perdite di amici; la crudeltà e la violenza gratuita. E alla chiamata di ritiro delle truppe la sua risposta: «No, io mi fermo qui». La storia dell’ex marine McDade è stata raccolta durate una lunga intervista realizzata dall’autore in un bar a Da Nang.

Il reading pone anche l’accento sull’eredità lasciata dal movimento Hippie e vuole ridare dignità a un periodo sul quale c’è ancora poca chiarezza. Perché il dubbio che, almeno su certi fronti e sui certi temi, avessero ragione i Figli dei fiori, rimane ancora oggi.

Dopo il reading, sempre al Perché, è prevista una cena americano-vietnamita curata dalla foodblogger Annamaria Pellegrino (volto noto della trasmissione televisiva Geo di Rai3) e da Luca Boldrin, cuoco del Perché, per conoscere più da vicino le tradizioni culinarie di questi due paesi, così diversi e così lontani, eppure oggi più vicini grazie anche a uno scambio in ambito gastronomico e culturale. Di ogni piatto sarà raccontata la storia. Una serata, dunque, dal profilo culturale inedito che si propone di far conoscere meglio quel periodo e i cibi di quelle due realtà.

Luca Pollini, milanese, è cresciuto nella Milano degli anni Settanta. Studioso di costume, all’attività di giornalista unisce quella di saggista e autore. Ha pubblicato, tra gli altri, I Settanta, gli anni che cambiarono l’Italia; Gli Ottanta, l’Italia tra evasione e illusione; Musica leggera. Anni di piombo; Hippie, la rivoluzione mancata; Ribelli in discoteca; Immortali, storia e gloria di oggetti leggendari; Restare in Vietnam; Ordine compagni!. Per il teatro ha scritto gli spettacoli Hippie, a volte tornano e Ci hanno rubato la parola amore. Collabora con mensili e quotidiani, si occupa di storia contemporanea, cura il sito Retrovisore.net. Crede nel rock e rimpiange il Parco Lambro (inteso come Festival).