All’AltaVitaIra la stanza azzurra per un fine vita intimo e dignitoso

 

Presentata oggi pomeriggio al dottor Alessandro Pigatto, direttore dei servizi sociali e della funzione territoriale dell’Ulss 16 la “stanza azzurra”, struttura che entrerà in funzione nel corso dei prossimi giorni al primo piano della residenza Fiordalisi, nel complesso di via Beato Pellegrino di AltaVitaIra. “La stanza costituisce un servizio in più che mettiamo a disposizione dei nostri ospiti e dei loro familiari per vivere con ulteriore maggiore tranquillità e privacy gli ultimi istanti di vita – ha spiegato il presidente di AltaVitaIra Stefano Bellon alla delegazione di dirigenti dell’Ulss 16 intervenuta a prendere visione della nuova stanza – si tratta di un luogo con qualche accorgimento in più rispetto alle stanze normali della nostra struttura, generalmente camere doppie. Qui invece l’ospite è da solo e condivide gli spazi solo con i propri familiari che avranno a loro disposizione una poltrona letto per stare vicino al proprio caro, se lo vorranno, giorno e notte”. Sono oltre 500 gli ospiti che AltaVitaIra accudisce nelle proprie strutture di residenzialità. Quella della stanza azzurra è una innovazione unica nella tradizione dell’assistenza sanitaria padovana. “Ne abbiamo sentito la necessità confrontandoci con i familiari dei nostri ospiti – ha sottolineato il presidente Bellon illustrando la nuova stanza – credo che essere sensibili a tutti gli aspetti, non solo a quelli di carattere medico assistenziale, di momenti così delicati, porti l’intera struttura a dare qualcosa in più in termini di impegno e qualità verso i nostri anziani. La realizzazione di questo nuovo servizio permette all’ospite di non dover essere trasportato in ospedale alla fine dei suoi giorni, pratica che spesso comporta notevoli stress oltre che all’ospite anche ai suoi cari: le stesse cure vengono praticate nella stanza azzurra, con un plus di confort per tutti coloro che si trovano a vivere quel delicato momento dell’accompagnamento di un proprio caro al fine vita”.