Zanon: “Fini come Jovannotti. E’ un leader senza più popolo, attaccato al potere senza più idee”

 

“Che bello è, quando c’è tanta gente ,e le parole, le parole e la musica ci fa star bene ,è una libidine è una rivoluzione”con questo adagio si può commentare l’aria che si è respirava ieri a Mirabello. A sostenerlo è Raffaele Zanon, componente della direzione nazionale del Pdl. “Tutti coloro che si aspettavano una  lezione di politica sono rimasti delusi – continua Raffaele Zanon – Come si esercita l’alta funzione di terza carica dello Stato comiziando  da capopopolo? Come si rimane attaccati al potere, pur non avendo  numeri e idee? Come si esercita a parole la funzione morale senza giustificare le varie azioni, immobiliari alle spese della comunità di Alleanza Nazionale? Mi ha colpito  particolarmente  quando ha accentuato il vittimismo per essere stato cacciato dal PdL accusando Berlusconi di ciò che fece con Storace senza appello e con i suoi colonelli per una semplice registrazione al bar. Ha tentato  inutilmente di recuperare l’identità missina utilizzando il volto scavato di Mirko Tremaglia confondendola con le bandiere colorate dei gruppi gay.Ha evitato abilmente di dare risposte invocando quel diritto al dissenso che  ,poi, da “liberale” e “democratico” aveva dimenticato negli ultimi anni prima della disintegrazione di AN.Purtroppo per Fini ed i suoi seguaci il PdL esiste con un progetto chiaro e comprensibile a tutti gli italiani”.