Appe Padova difende baristi e ristoratori dalla tagliola buoni pasto

 

Congelata all’ultimo momento la maxi stangata a cui erano disposti ad aderire gli esercenti aderenti all’Associazione dei pubblici esercizi di Padova. I baristi della zona direzionale tra il tribunale e gli istituti universitari, avevano annunciato un rincaro del 10% sul buono pasto a partire dal primo settembre. Mossa che ha messo in allarme le ditte emettitrici dei ticket restaurant che hanno avviato un dialogo con Appe Padova, arrivando quindi allo sop della “svalutazione” dei buoni.

“Nelle ultime settimane siamo stati contattati dai vertici delle aziende emettitrici e si è fatto un passo in avanti – spiega Filippo Segato, direttore di Appe Padova – Non era mai successa una cosa del genere e l’aumento del 12% delle commissioni sui buoni pasto è stato congelato. sospendiamo quindi temporaneamente la manifestazione di protesta”.
Il lavoro di sindacato dei pubblici esercenti però non si ferma.

“Siamo arrivati a una percentuale di costo del buono pasto sullo scontrino, tra ritardi dei pagamenti e altri costi indiretti, supreiore al 20% – spiega Matteo toniolo, consigliere di presidenza Appe Padova – il consumatore deve sapere che a fronte di un buono di 5 euro al barista va un ricavo, se tutto va bene, di fatto 4 euro.
Avere un buono pasto ulteriormente ridotto nella sostanza, non è sopportabile per realtà imprenditoriali che vedono ridursi sempre di più il volume d’affari.
Siamo stati invitati al congresso delle società emettitrici a Roma il 10 settembre. L’obiettivo è invertire il circolo vizioso in un circolo virtuoso, puntando all’abolizione dei buoni cartacei e puntare sui buoni pasto elettronici”.

Il mercato dei buoni pasto in Italia vale 2 miliardi e 500milioni di euro. A Padova 2500 pubblici esercizi accettano i buoni pasto.