Arca del Santo e Vaticano, braccio di ferro sul bilancio 2013

 

Si profila un braccio di ferro a colpi di carte bollate tra la segreteria di Stato Vaticano e la Veneranda arca del Santo, l’ente che da oltre seicento anni sovrintende alla manutenzione ed al miglioramento degli edifici monumentali del complesso antoniano a Padova. Tema del contendere l’approvazione del bilancio preventivo 2013 dell’Arca del Santo che non ha visto la firma di approvazione del segretario di Stato vaticano monsignor Tarcisio Bertone. La mancata approvazione del bilancio in sede vaticana è connessa al fatto che l’Arca non ha inserito nel proprio bilancio un presunto debito vantato dal Delegato Pontificio di 213mila euro relativo allo stipendio dell’addetto della biblioteca Antoniana (che però è dipendente della Delegazione Pontificia e non dell’Arca). L’Arca in questi anni – in base a quanto stabilito nello statuto – ha già contribuito (dal 2005 al 2012) per le spese della biblioteca antoniana per circa 170.000 euro, in base alle proprie disponibilità di bilancio. Inoltre l’Arca è stata estromessa dal 2008 dal direttivo della Biblioteca Antoniana dopo che il Delegato Pontificio ha imposto un nuovo regolamento mai concordato con l’Arca.

“Cercheremo una via di uscita da questa situazione – spiega il presidente della Veneranda Arca del Santo Gianni Berno – ma se non arriveremo ad una conciliazione mi appare inevitabile adire alle vie giudiziarie competenti.

Ci lasciano perplessi le continue difficoltà di rapporto con la curia romana. E’ di questi giorni lo spostamento dell’accesso dell’opera del Pane dei poveri e l’avvio di lavori decisi dal delegato pontificio monsignor Francesco Gioia che non ci sono stati resi noti nè nella data di inizio che negli importi. Credo che ciò non contribuisca alla tranquillità francescana che dovrebbe contraddistinguere la gestione delle cose antoniane”.

Lo scorso ottobre la procura di Padova ha aperto un fascicolo d’indagine relativo ai lavori per trasformare in residence l’ex casa del custode che fa parte del complesso della Basilica di Sant’Antonio. Il piccolo residence, consiste in 5 mini-appartamenti di 35 metri quadrati ciascuno, da affittarsi al miglior offerente.

Una scelta, quest’ultima, operata dal delegato pontificio monsignor Francesco Gioia, cioè colui che rappresenta la proprietà della Basilica: il Vaticano.