Arturo Lorenzoni spiega le scelte di Coalizione civica sul consumo di suolo zero

 

Non è più tempo di espansione della città verso il territorio aperto. Lo sviluppo della città deve essere pensato in un’ottica di rigenerazione che metta un freno al consumo di suolo: «Vogliamo privilegiare la conservazione dell’ambiente rispetto alle politiche fin qui portate avanti – spiega Arturo Lorenzoni, candidato sindaco di Coalizione Civica per Padova – La realizzazione di nuove aree commerciali non sta portando valore alla città. Il Pat è stato pensato in base a delle previsioni demografiche diverse dalla realtà di oggi. Non possiamo restare vincolati a delle scelte fatte in momenti in cui le prospettive erano altre, dobbiamo rivedere quelle scelte alla luce dell’attualità. Prendiamo ad esempio l’Università: per l’espansione è decisamente più utile alla città lavorare sulla Caserma Piave che pensare ad aree nuove su cui costruire».
Riqualificare significa aumentare il valore degli immobili, ridurre consumi energetici e quindi bollette, aumentare la sicurezza dal punto di vista antisismico.

Il programma di Coalizione Civica per Padova in materia di urbanistica è stato presentato da Devis Casetta e Giulia Bonomini, candidati al consiglio comunale: «Siamo partiti da alcuni dati – spiega Casetta – Padova è sesta tra le città italiane per superfici cementificate, ai primissimi posti nelle classifiche dell’inquinamento atmosferico, seconda per rischio di morte da calore, mentre permane costante un elevato rischio idraulico per larga parte dei suoi quartieri. Gli effetti dell’espansione urbanistica hanno sottolineato i limiti di una crescita che non può proseguire in questo modo. Le previsioni erano di un aumento di 24 mila abitanti, in realtà dal 1980 ad oggi ne abbiamo perso 26 mila, quindi il saldo negativo rispetto alle previsioni è di 50 mila unità. Di fronte a questi dati non ha senso costruire nuove abitazioni, anche perché l’effetto è quello di spostare le persone e creare un vuoto urbano che aumenta il degrado. Per questo il nostro programma prevede di riprendere in mano il Pat, tornando a destinazione agricola nelle superfici dove è possibile».

«È possibile introdurre delle modifiche al Pat – spiega Giulia Bonomini – Abbiamo esempi che vengono da altre città in questo senso. Ad Udine è stata ridotta in maniera significativa (un milione di metri cubi) la capacità edificatoria ed è stata riportata ad uso agricolo la destinazione di molte superfici. Questo significa che cambiare è possibile».

Il consumo di suolo sarà al centro dell’incontro di domani (giovedì 4 maggio ) alle 19 al Ristorante Ca’ Sana di via Santi Fabiano e Sebastiano a cui parteciperà anche Arturo Lorenzoni.