Ascom Padova si schiera per il sì subito al park interrato alla ex Prandina

 

alt“Questa volta al “Signor no” dico sì”.
Il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin, si conferma uomo pragmatico che non guarda alle sigle.
“Come qualche settimana fa ho stigmatizzato il pensiero di Ubaldo Lonardi sull’arena della musica, contestandogli che l’arena potesse trasformarsi in un problema di traffico quando invece è un’opportunità per la Padova che vuole crescere soprattutto turisticamente parlando, adesso devo dire che la sua idea di un parcheggio interrato all’ex Prandina ci trova assolutamente favorevoli non fosse altro perché è una delle ipotesi che abbiamo formulato in questi dieci anni di proposte volte ad ottenere un piano del traffico e, con esso, anche un piano parcheggi”.
Bertin, infatti, più volte aveva fatto riferimento ad analoghe iniziative in altre città (non solo Verona, ma anche Bolzano e tutti i centri minori dell’Alto Adige che dispongono di parcheggi interrati per accogliere i turisti), sgombrando anche il campo dalla questione del parcheggio abortito in via IV Novembre.
“Evidentemente in quell’occasione qualcosa è stato sbagliato – continua Bertin – perché altrimenti non si spiegherebbe come una città come la belga Bruges, circondata dall’acqua, abbia un parcheggio a più piani sotto la città”. Questione ingegneristica dunque e nulla più.
L’altro aspetto è quello archeologico.
“Già Lonardi cita Verona – continua Bertin – ma un’analoga questione si è posta, ad esempio, a Bressanone, città che ospita i corsi estivi della nostra università e dunque molto frequentata dai padovani. Ebbene, nella città dei Principi Vescovi un parcheggio che va sotto il monte è stato realizzato tre anni fa nel quartiere storico di Stufles, sito archeologico di primaria importanza”.
Insomma: la questione non è mai tecnica, ma sempre politica.
“Io mi auguro – conclude Bertin – che l’amministrazione non si faccia imbrigliare da chi vede le auto come il fumo negli occhi anche quando queste sono e saranno sempre più ad emissioni zero e sappia rispondere alle esigenze di una città che, al di là dei parcheggi, si merita un piano del traffico, risalente a 14 anni fa, degno di una città che con due siti Unesco si meriterebbe decisamente di più”.