Auto a fuoco per un imputato della “cricca” della logistica. Attentato?

 

C’è l’ombra di un attentato incendiario in relazione al rogo dell’auto e della moto in uso a Paolo Sinagra Brisca, indagato assieme ad altri due complici per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla falsità materiale commessa in privato, omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali nonché evasione fiscale da parte della “cricca della logistica”. Brisca ha allertato questa notte poco dopo le 2 i vigili del fuoco per il rogo dell’auto e della moto che ha in uso parcheggiate all’esterno della villetta in cui vive in zona Guizza a Padova. I due veicoli (nella foto) sono stati completamente distrutti dalle fiamme. Un episodio analogo era accaduto nel mese di ottobre dello scorso anno. Quella volta la questura disse che il rogo dell’auto sarebbe stato accidentale. Si rivelasse accidentale anche questo sarebbe una coincidenza davvero clamorosa. Brisca, attualmente imputato in un processo che vede alla sbarra anche Willi Zampieri, ex esponente di spicco di Forza Italia, deve rispondere dei reati fiscali  connessi ad una ragnatela di cooperative di facchinaggio fasulle o irregolari, messo in piedi nel tempo e che avrebbe fruttato all’organizzazione almeno 30 milioni di euro tra oneri previdenziali e fiscali e contributivi non versati e riciclati nelle attività più diversificate. I milioni di euro, secondo quanto ricostruito dall’accusa rappresentata in aula dal pubblico ministero Orietta Canova, erano stati orttenuti dalla “cricca” falsificando i documenti contabili di decine di cooperative legate al mondo della logistica, operanti a Padova ed in altre città d’Italia, con un migliaio di addetti, a cui però non venivano versati contributi. Secondo la Finanza il sodalizio incassava oltre 10mila euro giornalieri. Frutto appunto dei soldi non versati alle casse degli enti previdenziali dei titolari delle cooperative, che invece li consegnavano ai capi dell’organizzazione, e da qui venivano reinvestiti in attività lecite quali bar e negozi. (Fonte Ansa)