Bambino conteso a Cittadella: l’intervento del parlamentare Massimo Bitonci

 

Massimo Bitonci, parlamentare della Lega Nord e già sindaco di Cittadella per due mandati, si appella alla Camera a proposito della nota vicenda del minore conteso da una coppia nel padovano: “Ho trovato fuori luogo le dichiarazioni di molti colleghi in queste ore. Colleghi che non conoscevano minimamente la situazione. Spero che, dopo l’informativa di oggi, si faccia chiaro sui fatti e ciascuno collabori alla soluzione del problema, avendo come unico obiettivo la salvaguardia del mio piccolo concittadino”.
“Troppe volte – insiste Bitonci – in caso di conflitti familiari, i figli vengono usati come merce di scambio per colpire l’altro genitore. Proprio per questo è di fondamentale importanza che gli attori coinvolti abbiano come priorità la tutela del benessere psicofisico del minore, scongiurando conflitti e rappresentazioni di isteria, come quelle che abbiamo visto, che sono state riprese e trasmesse da una emittente pubblica nazionale”

Bitonci chiede un passo indietro ai parenti del minore e ai media: “I genitori del ragazzino erano separati da tempo e la madre, come succede spesso, non ha rispettato gli accordi presi, ledendo non solo il diritto del genitore non affidatario, ma, e questo è peggio, anche quello del piccolo di intrattenersi con il padre”.
“La situazione è talmente degenerata che il genitore non affidatario è stato costretto a rivolgersi al Tribunale – spiega Bitonci, dopo essersi confrontato con il padre del piccolo – L’autorità giudiziaria, vista l’insorgenza di alcune gravi patologie psicologiche in capo al bambino, ha dichiarato la decadenza della madre dalla potestà genitoriale e affidato il piccolo ai servizi sociali, incaricandoli di attuare un piano di riavvicinamento tra padre e figlio. Purtroppo la decisione non ha prodotto alcun miglioramento e, dopo vari giudizi, la Corte di appello, nell’agosto di quest’anno, ha infine disposto l’allontanamento urgente del bambino dalla famiglia materna e lo ha affidato al padre, disponendo peraltro l’inserimento temporaneo del minore in una struttura residenziale educativa, per una serena e graduale ripresa dei rapporti”.

I servizi sociali di Padova, non di Cittadella, e la forza pubblica hanno provato due volte a prelevare il bambino per allontanarlo dalla famiglia materna, senza riuscirvi. “Falliti i precedenti tentativi – prosegue Bitonci – siamo giunti alla situazione ampiamente riportata dai media. Ora, fortunatamente, il bambino si trova in una casa famiglia, dove sta frequentando assiduamente il padre, sotto le cure di psicoterapeuti qualificati: una volta ripresosi dallo shock, continuerà a frequentare entrambi i genitori e la scuola. Ripeto, perché il particolare non è stato sufficientemente chiarito: entrambi i genitori”.

“E’ vero – insiste Bitonci – Si poteva evitare che questa operazione fosse effettuata sulla pubblica via. C’è stata sicuramente una sottovalutazione del contesto e dell’opposizione dei familiari, peraltro riprovevole, che hanno messo a repentaglio la privacy e il benessere del piccolo pur di dar voce alle loro proprie rivendicazioni di parte”.
Offeso e dispiaciuto per quanto successo, Bitonci conclude: “Chi ha agito in questo modo non ha reso un buon servizio né al piccolo né alla comunità. Purtroppo, i bambini pagano sempre colpe non loro. Siamo ancora troppo lontani dalla convivenza pacifica tra i genitori che si separano, che scaricano spesso le loro colpe proprio su coloro che dovrebbero essere i più tutelati e che soffrono di più”.
Quanto all’operato delle forze dell’ordine, Bitonci spera che le scuse e i chiarimenti dati in aula possano portare, in futuro, ad un’adeguata tutela e garanzia dei minori coinvolti in vicende simili: “Un bambino non appartiene a nessuno, non è né di sua madre né di suo padre. Un bambino è un essere umano, peraltro indifeso, di cui non si può disporre, utilizzandolo come una pietra di scambio nella risoluzione dei conflitti tra i genitori. Un bambino va protetto sempre, anche al prezzo della propria dignità”.