Benzina col trucco: stangata della Guardia di finanza su 5 distributori a Padova

 

Erogatori starati, che immettevano nel serbatoio meno di un litro di carburante e prezzi sulle tabelle esterne della pompa di servizio difformi da quelli praticati alla colonnina. Sono le infrazioni più frequenti contestate dagli uomini della Guardia di finanza di Padova. Gli uomini al comando del colonnello Ivano Maccani nei giorni scorsi hanno messo in atto un controllo straordinario delle pompe di benzina sul territorio di Padova e provincia, con oltre 300 prove di erogazione e 40 verifiche sul funzionamento delle apparecchiature self service. Il risultato del controllo, esteso anche agli impianti privati, destinati cioè all’uso aziendale interno a cooperative agricole ha portato al sequestro di 5 colonnine, 10 impianti privati, 5 depositi di lubrificanti e 250.000 litri di prodotto. Denunciati all’autorità giudiziaria 15 responsabili. Verifiche e sanzioni anche per i “furbetti della scheda carburante” ed i gestori compiacenti . “Il dispositivo di controllo -spiega il colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di finanza – è stato esteso anche al contrasto al riempimento abusivo di bombole per uso domestico di GPL presso i distributori stradali.
Tale pratica scellerata, oltre che illegale, è punita con la sanzione di 5.000 euro e la sospensione della licenza d’esercizio per il gestore. Può provocare gravissimi danni alle cose e alle persone, con l’esplosione dei recipienti.
Il caro-benzina, tra i suoi effetti, ha portato ad un’impennata nell’installazione di impianti privati di distribuzione all’interno delle aziende.  Nulla di anomalo sin qui – continua Maccani -, se non fosse che 10 distributori privati (ed i relativi 50.000 litri di gasolio in essi contenuti) erano stati installati non solo all’interno dei luoghi di lavoro – in prossimità di materiali altamente infiammabili – ma anche e soprattutto a ridosso di abitazioni. È così scattato il sequestro degli impianti e 10 imprenditori sono stati segnalati alla Procura per violazione delle norme al Testo Unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro. Nei loro confronti pendono ora, oltre alla denuncia penale, sanzioni pecuniarie per 60mila euro”.
Nelle maglie dei verificatori sono finiti pure cinque depositi di olio lubrificante privi dei requisiti di sicurezza e gestiti da rivenditori di ricambi per auto (Padova, Solesino, Saccolongo, Masi e Mestrino): un pericolo per l’incolumità dei dipendenti delle ditte coinvolte e di chi vive nelle abitazioni vicine. In questo caso i sequestri del solo lubrificante ammontano a 175.000 litri.