Braghetto punta sul commissario europeo Almunia: “Escludere le politiche sociali dal patto di stabilità”

 
“Prima ci siamo mossi nei confronti del Commissario per l’occupazione, politiche sociali e pari opportunità Vladimir Spidla e ora puntiamo a coinvolgere il Commissario per gli Affari economici e monetari Joaquin Almunia”.
Da Bruxelles il parlamentare europeo Iles Braghetto annuncia pieno appoggio alla richiesta dell’assessore regionale Stefano Valdegamberi di escludere le politiche sociali dal Patto di stabilità e prepara un’interrogazione rivolta al responsabile europeo delle Finanze, al quale ha già chiesto un incontro privato.
Ribadendo a grandi linee i contenuti della lettera che Valdegamberi, in qualità di Coordinatore della Commissione Politiche sociali della Conferenza delle Regioni e Province autonome ha inviato al Commissario Spidla, Braghetto intende ora focalizzare l’attenzione di Almunia sul fattore risparmio che verrebbe per certi aspetti esaltato togliendo le politiche sociali dai vincoli di spesa posti dal patto di stabilità. “Il mancato sostegno economico al sociale – spiega il deputato Udc – rischia di riflettersi in maniera pesante sulla spesa sanitaria esclusa dal patto di stabilità. Pensiamo ad esempio all’assistenza domiciliare agli anziani che è inclusa per metà nel capitolo sociale e ha un costo di gran lunga inferiore a quella sostenuta per i centri per persone non autosufficienti che ricade interamente nel capitolo sanità. E poi sappiamo bene che con la partecipazione del privato sociale i costi dei medesimi servizi si sono potuti ridurre rispetto alla gestione pubblica. Come ha ben precisato Valdegamberi a Spidla, solo grazie alla rete di scuole d’infanzia non statali nel Veneto si sono risparmiati in un anno 130 milioni di euro. “Siamo di fronte ad una grave crisi economica che sta mettendo in grande difficoltà un numero sempre più alto di famiglie, di persone che non possono essere lasciate sole, specie quelle in contesti di maggiore debolezza – conclude Braghetto – mi auguro, dunque, che questo gioco di squadra, questo pressing che stiamo facendo a livello europeo porti ad indicazioni precise nei confronti degli Stati membri e delle Regioni, affinché sia possibile liberare subito le risorse destinate alle politiche sociali. E che tali indicazioni siano immediatamente accolte. Non è pensabile di risolvere i problemi delle famiglie esclusivamente con la social card”.