Case ai gay: tra pro e contro il giudizio della “Pulce”

 

Da un lettore che si firma con lo pseudonimo di Pulce riceviamo e pubblichiamo:
Affrontare il tema del mondo omosessuale può essere molto difficile. La polemica, la strumentalizzazione sono sempre in agguato. La politica governa, troppo, quella che viene definita la comunità gay. E’ bastata solo la frase “…un progetto di vita” espressa dall’assessore alla Casa Di Masi, per trasformare il bando di assegnazione degli alloggi pubblici in una campagna omofoba. Mai che qualcuno, in questa città, riesca a pensare come un buon padre di famiglia. L’amore e il sesso tra due uomini, tra due donne, tra un uomo e un trans vanno difesi, perchè non c’è alcuna differenza tra l’amore e il sesso di una coppia etero. La salvaguardia dei diritti di ogni individuo rendono una società libera e democratica. Il punto però è un altro. Una coppia omosessuale e una coppia etero che non vuole figliare, hanno lo stesso diritto di un uomo e una donna pronti a procreare ad avere un alloggio pubblico? Considerando poi che il numero di case Erp è veramente irrisorio? Credo che il Comune debba privilegiare prima la coppia etero che vuole avere dei bambini, scartando la coppia omosessuale e anche la coppia etero che non vuole procreare. Non si è trattato dunque di una discriminazione nei confronti dei gay. La legge regionale numero 10, se letta con il senso del buon padre di famiglia, è molto chiara. La frase “un progetto di vita” indica la creazione di una famiglia. La verità è che la società non è razzista nei confronti degli omosessuali, ma piutosto non rispettosa del suo popolo. Si crea la famosa tensione perchè mancano i giusti supporti che un paese civile deve avere. Se il numero delle case Erp venisse aumentato, Il Comune non sarebbe costretto a scartare nessuno. Se in Italia esistesse una legge pro adozione per gli omosessuali, anche i gay avrebbero un progetto di vita.
PULCE