Come coltivare le piante autofiorenti outdoor in vaso

 

Per essere certi che le piante autofiorenti coltivate in vaso outdoor diano i risultati sperati, è indispensabile conoscere la procedura da seguire per la coltivazione. Quando questa tecnica è stata introdotta in principio, gli addetti ai lavori ritenevano che si trattasse di una pratica di non facile attuazione; inoltre, era trascurata e ritenuta adatta unicamente ai neofiti. La situazione è mutata con il passare del tempo, e adesso la coltivazione outdoor in vaso viene apprezzata per i numerosi benefici che è in grado di garantire, per certi aspetti persino più evidenti rispetto a quelli della coltivazione indoor.

Come si coltiva

È importante sapere come far crescere le piante a prescindere dal fotoperiodo, vale a dire il periodo di illuminazione. Va detto che questo tipo di coltivazione può essere effettuato in ogni momento dell’anno, ma a patto che ci si ricordi di alcuni aspetti importanti: prima di tutto occorre non usare i vasi neri, perché attirano in maniera eccessiva la luce del sole. Inoltre, è bene fare in modo che la pianta venga raggiunta dai raggi del sole più o meno per dieci ore di seguito. Infine, è opportuno evitare che la pianta sia esposta a temperature gelide o troppo alte. In ogni caso la piantagione all’aperto deve essere programmata in funzione di diversi aspetti: non solo il clima, ma anche la tipologia di sostanze nutritive che devono essere iniettate e le modalità di protezione dai parassiti.

La germogliazione

La prima fase a cui si deve prestare attenzione per la coltivazione delle piante autofiorenti è quella della germogliazione. Per realizzarla quasi tutti i coltivatori usano la tecnica del tovagliolo di carta per far germogliare i semi della pianta. Una soluzione alternativa è quella che prevede di collocare i semi in un bicchiere d’acqua. Ciò che più conta è non trasferire mai la pianta da un vaso piccolo a uno più grande. I semi autofiorenti, infatti, devono essere messi sin dal primo momento in un vaso capiente. Ci vuole un recipiente che offra una capacità adeguata, tale da non compromettere la crescita delle piante; l’ideale è una capienza compresa tra i 7 e i 15 litri.

La scelta delle sostanze nutritive

È molto importante anche la scelta delle sostanze nutritive, la cui somministrazione è essenziale: le dosi consigliate sono di un mezzo o tre quarti. È importante, inoltre, che le piante outdoor vengano irrigate in modo equilibrato, scegliendo la giusta via di mezzo tra una irrigazione abbondante e una scarna. Infine, l’ultima fase è quella del raccolto. A tal proposito è utile ricordare che le piante autofiorenti di solito maturano in 50 o 60 giorni, e solo in pochi casi si possono raggiungere gli 80 giorni. Si comincia la raccolta nel momento in cui cambia il calore dei pistilli, che non sono più bianchi ma marroncini. Anche i tricomi mutano il proprio aspetto, e iniziano ad assumere una colorazione che prima è lattiginosa e poi ambrata. Infine, non bisogna dimenticare che un aspetto decisivo per la coltivazione e soprattutto la sopravvivenza delle piante autofiorenti outdoor e in vaso ha a che fare con la necessità di tenere i parassiti a debita distanza. È indispensabile prestare la massima attenzione agli aggressori che potrebbero causare danni ai ceppi di Cannabis Ruderalis.

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