Di ritorno dalla audizione del Ministro Tremonti, in una eccezionale  convocazione ferragostana, cresce la preoccupazione. Non per la  difficoltà della situazione, ben conosciuta e quindi non accresciuta, ma  per la totale inadeguatezza ancora una volta dimostrata dal Governo.  Così come il giorno prima con le parti sociali il Governo non è stato in  grado di dire nulla. Nulla vuol dire proprio nulla, se non da parte del  Ministro Tremonti una elegante esercitazione culturale sulla modifica  dell’art. 81 della Costituzione e un elenco teorico di possibili misure,  generiche e senza alcuna scelta. Si è giustificato il Ministro: a  mercati aperti e senza aver parlato con il Capo dello Stato non posso  dire nulla di più. I mercati aperti se è per questo potrebbero anche  giudicare l’inconsistenza di un Governo che non sa prendere con  l’urgenza necessaria i provvedimenti necessari, ma ogni scusa è buona  per sfuggire al tema centrale. Il Governo ha una maggioranza  parlamentare numerica che gli consente di sopravvivere ma non ha una  maggioranza politica che gli consenta di decidere. Questo è sempre un  male, ma è un male inaccettabile quando la contingenza dei tempi obbliga  ad assumere decisioni rapide, incisive, anche impopolari.
Potremmo dire: la riunione è servita solo ad accrescere il deficit dello Stato: infatti tra riapertura dei palazzi, spese di viaggio dei partecipanti, straordinari, ecc. un po’ di euro li abbiamo inutilmente spesi…
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