Crisi: gli operai davanti alla fonderia Zen per tutta la notte

 

Per tutta la notte una ventina di operai hanno presidiato gli stabilimento di Albignasego del  Gruppo Zen, principale sito produttivo metalmeccanico padovano con 400 dipendenti. Trenta operai questa hanno sbarrato la strada ad un camion della Landini, l’azienda che costruisce trattori, che stava portando via gli stampi dalla fonderia. Un picchetto con un bidone per riscaldarsi gli strumenti di lotta degli operai finchè non saranno sicuri che gli stampi per le colate rimangono al loro posto.
«Portare via gli stampi – spiega Antonio Silvestri, segretario della Fiom Cgil di Padova – è come portare via una cucina da un ristorante. Vuol dire chiudere per non riaprire più. Gli operai hanno fatto bene a bloccare il camion: hanno salvato il loro posto di lavoro. Sono in 186 in cassa integrazione straordinaria, a turni di 30 lavorano per mantenere in moto l’azienda». Con lui insieme ai dipendenti altri colleghi di Cgil e Cisl, il consigliere regionale dei Comunisti italiani Nicola Atalmi, ed esponenti di Rifondazione.
L’effetto domino della crisi per il gruppo Zen di Florindo Garro, partito dalla Francia, con la New Fabris che gli operai avevano minacciato di far saltare contro i licenziamenti, passata attraverso le Fonderie del Montello, ha raggiunto gli stabilimenti di Albignasego. Il piano di ristrutturazione dell’azienda, licenziare 130 dei 186 dipendenti di Albignasego, è stato bocciato la scorsa settimana dai sindacati. Gli operai vogliono continuare a lavorare e a produrre i componenti per i trattori e per il resto del mondo della metalmeccanica che affronta una crisi profonda.

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