Da Mazzari arriva il caffe’ made in Padova, in attesa di correre per il Pedrocchi

 

In attesa che arrivi il bando e che le regole della partita per la gestione del Caffè Pedrocchi siano definite, in famiglia Mazzari si scaldano i muscoli e si mette sul piatto la forza di un’azienda in grado, praticamente, di produrre tutto in casa.
Infatti, dopo la pasticceria, la confetteria, la cioccolateria, la gelateria e tutto quanto ha a che fare col dolce, da oggi Pasticceria Mazzari è anche torrefazione caffè.

“Innanzitutto la torrefazione – precisa Vasco Mazzari, da qualche tempo al lavoro sulle qualità “arabica” e “robusta” – è destinata al consumo del locale anche se qualche amico, titolare di pubblico esercizio, ne fa già uso. Inoltre è destinata a soddisfare i gusti della nostra affezionata clientela, la quale, se crede, il caffè da noi torrefatto può anche acquistarlo per poterlo gustare, macinato per moka o espresso, a casa propria”.

Denominato “Caffè Mazzari Artigianale”, il caffè prodotto nella Pasticceria Mazzari viene proposto in diverse miscele, ognuna destinata ad un diverso tipo di palato. Diamante, Rubino, Zaffiro e Smeraldo decaffeinato: ecco le quattro tipologie che già adesso sono in vendita e che vengono prodotte nelle quantità limitate ma altamente qualitative tipiche del prodotto di alta gamma della Pasticceria Mazzari.

“In qualche modo si è trattato di un passaggio obbligato – conferma Vasco Mazzari che all’idea del caffè autotorrefatto si è innamorato già da qualche anno – verso una produzione totalmente interna che vuol essere una “certificazione” di qualità che stiamo perseguendo da anni. Per ottenere queste miscele abbiamo impiegato mesi, ma credo che, alla fine, si sia trovato quello che potremmo definire il “Momento del Gusto Italiano”.

Un “momento”, questo del caffè di casa Mazzari, che arriva giusto nel frangente in cui si parla del Caffè Pedrocchi nell’orbita di una delle famiglie più note della pasticceria padovana. Caso o scelta strategica?

“Forse coincidenza – conclude Maurizio Mazzari – o forse no …”