Io, disabile, discriminato alla manifestazione gay. La disavventura di Anthony Civolani al Pride Village di Padova

 

“In un luogo in cui si combattono le discriminazioni il discriminato mi sono sentito io”. A dirlo Anthony Civolani, disabile fondatore del Maddd – Movimento associativo difesa diritti disabili. Il luogo è il Pride Village, lo spazio di cultura e spettacoli gay che la Fiera ospita da una decina d’anni e che spesso propone serate con ingresso a pagamento. Come nel caso di ieri sera. Anthony Civolani si è presentato all’entrata dichiarando di essere disabile e chiedendo di riempire il formulariodi accredito che di solito in casi analoghi viene fatto riempire al richiedente, che attesta sotto la propria responsabilità di avere diritto, secondo la legge, all’accesso gratuito alla manifestazione pubblica. Ieri sera però qualcosa non ha funzionato ed all’entrata si sono rifiutati di farlo entrare, chiedendogli di esibire un tesserino.
“Le persone invalide non hanno un tesserino – spiega Anthony Civolani – Quando la tua invalidità viene certificata non ti scrivono sulla carta d’identità: persona invalida a questa percentuale, nè uno va in giro con le cartelle cliniche e dice “sono invalido ecco le mie cartelle cliniche”.

L’unico tesserino che esiste è il tesserino della macchina, ma ovviamente deve rimanere sul cruscotto della macchina, altrimenti se te lo porti dietro l’auto senza pass invalidi parcheggiata sul posto riservato a questo tipo di veicoli è passibile di contravvenzione”. Tutti gli enti fiera d’Italia fanno entrare le persone in base ad una propria dichiarazione. Tutti tranne Padova”.
Alla fine con una certa malsopportazione per le rimostranze del disabile, a Civolani è stato fatto un biglietto omaggio. Biglietto che Civolani ha virtualmente rispedito al mittente: “Ho deciso di non entrare – spiega il fondatore del Movimento associativo difesa diritti disabili – ed ho mandato un messaggio all’onorevole Alessandro Zan, esponente del movimento dei diritti gay. Sono molto amareggiato per quanto è successo. La chiamano la festa di tutti, e poi chiedono il tesserino ad un disabile, insinuando di fatto che uno stia frodando l’organizzazione. Una cosa del genere non mi è mai successa in nessuna fiera d’Italia nè ai concerti organizzati da Zed. Che succeda proprio al Pride village credo sia davvero una tremenda caduta di stile”.

Questo il messaggio che Anthony Civolani ha mandato all’onorevole Zan, che conosce Civolani e che gli ha mandato un messaggio di costernazione per quanto accaduto: “Sono andato via. Ricorda quante battaglie hai fatto per i diritti degli omosessuali. Io ho fatto lo stesso per i diritti dei disabili ma Venire lì e sentirmi discriminato nel tempio della tolleranza non ha parole! Le tue scuse sono accettate ma non le ho ricevute dalla gente che lavora in biglietteria. Non uno non due ma bensì tre sportelli mi hanno bloccato”.