Economia: a Padova timidi segnali di risveglio ma il commercio ancora fa fatica a vedere il segno positivo su vendite e fatturati

 

Rispetto ai segnali provenienti da più fronti di una ripresa dell’economia i commercianti padovani continuano ad indicare una diminuzione dei loro affari ma al contempo cominciano a vedere uno spiraglio già nel 2015.
Secondo i dati forniti dall’osservatorio economico della Confesercenti padovana su un nutrito campione di commercianti, nei vari settori merceologici e nelle varie tipologie d’esercizio, questi primi tre mesi del 2015 non sono stati particolarmente positivi.
Infatti solo per il 19,9% degli intervistati gli affari sono andati meglio dello stesso periodo del 2014, mentre per 8 commercianti su 10 le cose sono andate peggio o stazionarie.
I segnali di ripresa nell’export e nel prodotto di qualità Italiano sembrano per il momento non incidere sul mercato interno.
Se da un lato è vero, dichiara il Presidente Rossi, che hanno avuto un notevole successo alcune forme di vendita (sbaracco, primi giorni dei saldi, altre forme promozionali, prodotti alimentari di qualità, elettrodomestici) d’ altra parte, vuoi il clima (non è mai arrivato l’inverno né la primavera) vuoi la sfiducia delle famiglie, i consumi interni sembra continuino a stagnare.

Nonostante questo, continua Rossi, se andiamo a vedere cosa prevedono per il futuro del 2015 i commercianti padovani le sorprese sono tante :
bel il 44,4% è convinto che la situazione migliorerà e ben il 49,1% farà ulteriori investimenti nel suo esercizio.
E’ un dato di grande fiducia, dichiara il Presidente Rossi, siamo di fronte alla ‘speranza trasformata in sicurezza, che oramai si sia toccato il fondo e che quindi la ripresa dei consumi e delle vendite sia oramai prossima.

L’analisi dei dati manifesta come gli esercizi con i migliori risultati siano quelli legati alla somministrazione con un 11,8% che dichiara un andamento decisamente migliore ed un 21,6% in crescita.
Malissimo l’abbigliamento (-37,5% peggiore e 33,9% decisamente peggiore)

L’analisi territoriale fa emergere una situazione abbastanza omogenea con l’area centrale ed il Piovese dove oltre il 21% degli intervistati dichiara che le vendite sono migliorate:
La situazione peggiore sembra essere nell’alta padovana dove gli affari sono andati peggio per oltre il 70% degli intervistati.

Per quanto riguarda l’anzianità di impresa quelli con migliore andamento sono le imprese tra i 6 ed i 20 anni di anzianità (oltre il 26% miglioramento) mentre è andata peggio per le imprese con meno di 5 anni di attività (quasi il 60% con andamento peggiore)

Per quanto riguarda la tipologia degli esercizi le categorie che indicano un andamento decisamente in crescita sono le attività che operano con forme di vendita diverse (internet, con incaricati, o nella gestione di reparti all’interno di grandi strutture) e nei centri commerciali. In grande sofferenza nei centri storici, nei piccoli comuni. Anche se con qualche segnale negativo tengono gli ambulanti.

Altissima anche la percentuale di coloro che tengono aperto l’esercizio in attesa dell’età pensionabile (quasi il 10%) che sale al 38% tra i commercianti con oltre 20 di anzianità d’impresa.
Mentre un 6% chiuderà l’attività nel corso del 2015. (dobbiamo aspettarci quindi un ulteriore salasso di 7/800 imprese che chiuderanno nel corso dell’anno).

Se dai dati a consuntivo passiamo alle previsioni si passa sicuramente al bello.
Ben 4 commercianti su 10 prevedono che le cose miglioreranno ed un commerciante su due ha previsto almeno un investimento nel proprio esercizio per rilanciarlo già nel corso del 2015.
Saranno gli effetti comunicato, sarà il desiderio di chiedere una crisi interminabile, dichiara il Presidente Rossi, ma la realtà è che pur di fronte a dati a consuntivo non esaltanti il barometro umorale dei commercianti padovani sembra tendere al positivo.
Ancora va sottolineato come le imprese giovanissime, pur essendo quelle più in difficoltà, siano anche quelle intenzionate ad investire subito per il rilancio (58,8%) mentre un 30% sta o pensando di chiudere o di vendere l’attività.

Il rischio è che questo clima di aspettative vada deluso. Ci si attende molto dall’EXPO, dagli interventi della BCE, ma saranno sforzi ed interventi inutili, conclude Rossi, se non li accompagneremo da una politica economica in grado di svegliare i consumi ed aumentare la competitività del sistema produttivo.
Occorre appesantire le buste paga dei lavoratori e le pensioni attraverso una riduzione fiscale che premi i redditi medio bassi, in questo modo si darà respiro ai consumi, ridurre le imposte sulla casa e sulle tariffe, ed al pari, afferma il Presidente Rossi, occorre fare attenzione ad uno sviluppo equilibrato tra le varie forme distributive, limitando lo strapotere delle grandi strutture di vendita a scapito di una rete distributiva pluralistica e concorrenziale.
Anche una città ed una provincia a forte connotazione commerciale come Padova deve fare una lunga sosta nell’insediamento di grandi strutture agevolando e incentivando il rinnovamento dell’esistente.