Economia: Padova riparte o almeno ci prova. Ne sono convinti a Confindustria

 

L’Azienda Padova si è rimessa in marcia, anche se la via della ripresa è ancora lunga e selettiva. Il secondo trimestre 2010 conferma l’inversione di tendenza e accentua la velocità di recupero. La produzione accelera il ritmo, anche se i picchi pre-crisi sono ancora distanti, migliorano gli ordini e le vendite, spinti dall’estero. L’industria ha annusato la ripresa internazionale, riuscendo a intercettare nuovi ordini, più scetticismo sul mercato interno. Le attese per il terzo trimestre segnalano diffusa fiducia, ma la prudenza è d’obbligo.
Fra aprile e giugno la produzione risulta in aumento per il 38,5% delle aziende (27,5% nel trimestre precedente), a fronte del 29,6% che riduce l’attività (dal 40,3). Il recupero riguarda le imprese di ogni dimensione, soprattutto quelle oltre i 50 addetti (produzione in aumento per il 62,7%) e, tra i comparti, il metalmeccanico (47,7%). Migliora sensibilmente il flusso di nuovi ordinativi, indicati in aumento dal 43% (34,1% nel trimestre precedente), a fronte del 24,3% che li riduce. L’orizzonte di attività è pressoché invariato: per tre imprese su quattro (73,4%) non supera i tre mesi, il 26,6% ha ordini per più di tre mesi. La domanda interna evidenzia segnali di graduale recupero, con il 35,8% che aumenta le vendite in Italia e il 30,8% che le riduce. In un contesto di ripresa globale in accelerazione, l’export aggancia la domanda e traina l’attività: il 40% delle aziende aumenta le vendite all’estero (34,9% nel trimestre precedente), il 19,9% le riduce. Migliore performance per l’export in Europa, con vendite in aumento per il 34,6%; in rialzo anche quelle nei mercati extra Ue (aumento per il 30,2%).
L’accentuata velocità di recupero di produzione e ordini non ha effetti immediati sull’occupazione. La maggioranza delle imprese (64%) la mantiene stabile; si riduce ancora la forbice tra chi ha fatto nuove assunzioni (16,6%) e chi ha ridotto gli organici (19,4%). Tra le nuove assunzioni prevale il tempo determinato (48,3%), seguito dall’interinale, in sensibile aumento (dal 7,2 al 27,8%) e dal tempo indeterminato (23,8%). La risalita dell’attività incrementa il ritmo, anche se i colpi di coda della crisi sono in agguato. La corsa delle materie prime genera tensioni sui prezzi alla produzione, in aumento per il 63,8% delle imprese (71,6% nel metalmeccanico). Torna a salire, dal 17,9 al 26,8%, la quota di chi segnala un aumento del costo del denaro. La perdurante crisi di liquidità, giudicata tesa da un terzo del campione, scarica gli effetti sulle imprese: il 60,2% lamenta ritardi nei pagamenti.
Le previsioni per il terzo trimestre 2010 delineano una tenuta del clima di ritrovata fiducia. Per il secondo trimestre consecutivo, gli ottimisti superano i pessimisti. La produzione è attesa in crescita dal 35,4% delle aziende, in calo dal 18,8%. Restano in terreno positivo le attese sugli ordini interni, in aumento per il 31,2%. Quelli dall’estero sono previsti in rialzo dal 32,4% (in calo dall’11). La maggioranza (71,7%) giudica stabili le prospettive dell’occupazione. Il clima di moderata fiducia trova conferme negli investimenti: il 61,9% delle aziende conferma l’intenzione di investire nei prossimi dodici mesi e il 20,5% aumenterà gli impieghi, soprattutto in innovazione di processo, nuovi impianti, ricerca e sviluppo, ma anche ampliamento della rete commerciale e della gamma dei prodotti.

Al giro di boa di metà anno l’industria padovana invia segnali di ripresa. «Sono dati positivi, ci dicono che la ripresa non è più un miraggio, ma non devono trarre in inganno: la ripresa non è ancora un dato acquisito, non per tutti, in prospettiva permane incertezza sulla sua tenuta e sull’andamento dell’occupazione. La produzione è ripartita grazie alle capacità reattive delle imprese, siamo tuttavia ben consapevoli che ci vorrà del tempo per ritornare ai livelli pre-crisi. Personalmente ritengo potremo dire di aver veramente svoltato solo quando torneremo a generare posti di lavoro. Abbiamo riconosciuto la necessità della manovra per contenere il deficit, ora l’imperativo è concentrarsi sulle imprese, sulla produttività e la crescita. La prossima Finanziaria sia un “secondo tempo” per la crescita: il governo metta in programma impegni di spesa e tagli fiscali per il recupero del potere d’acquisto, per sostenere la domanda e gli investimenti». Così il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin commenta i risultati dell’indagine congiunturale realizzata da Ufficio Studi di Confindustria Padova e Fondazione Nord Est su un campione di 345 imprese.

«Gli imprenditori hanno tenuto e lavorato duramente per essere pronti quando i mercati torneranno a correre, ripensando le aziende, recuperando efficienza e soprattutto innovando. Adesso più che mai devono saper rischiare e innovare per cogliere ogni opportunità. L’innovazione è un tassello fondamentale per contrastare la concorrenza e conquistare quote sui mercati. La nostra richiesta, in questo senso, è che il governo metta a disposizione 1 miliardo in cinque anni per la ricerca. Inoltre, insistiamo perché il credito d’imposta diventi una misura strutturale con le due aliquote, una per la ricerca industriale e l’altra per quella mista pubblico-privato che incentiva le collaborazioni con le Università e i centri di ricerca, come dimostra l’esperienza di tante imprese padovane».
«Crediamo si sia persa una occasione – insiste il presidente di Confindustria Padova – rinunciando alla proroga della Tremonti-ter per la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari. Confidiamo che ci sia un “secondo tempo” per la crescita e di trovare nella Finanziaria prossima ventura poche azioni concrete per dare fiducia alle imprese e irrobustire la ripresa. Fisco e innovazione, innanzitutto: togliendo dal calcolo dell’Irap la componente costo del lavoro, almeno per i primi 50 addetti, Tremonti-ter, credito d’imposta per la ricerca. Ma anche un segnale concreto a favore dell’università, semplificazione delle procedure burocratico-amministrative. Anziché adombrare crisi incomprensibili, la politica ponga la testa su questi problemi veri».