Elezioni a Padova: l’analisi del voto di Flavio Zanonato e Federico Ossari

 

“Mi augurerei che si formasse una maggioranza in parlamento in grado di dialogare con le altre componenti, che faccia fulcro sul Pd certo, ma che dia delle risposte alla maggioranza allargata dei cittadini che non ha votato Partito democratico”. A dirlo il sindaco di Padova Flavio Zanonato, responsabile dell’Anci per le politiche dell’immigrazione e della sicurezza. “Il Veneto rimane ancora di centrodestra – analizza Zanonato – ma non sono sicuro che reggerà ancora a lungo l’alleanza centro destra e Lega Nord. Il polo Lega – Pdl perde molti deputati e questo avrà un peso. Resto convinto che per prendere il consenso bisogna essere seri e continuativi. I risultati di Lega più Popolo della libertà è chiaro: perde 20 punti percentuali in Veneto. Un consenso che più che andare al Partito democratico va a Grillo e Monti. E’ un Veneto deluso ma non disposto a cambiare orientamento. E’ un voto che riserva un sacco di sorprese: tutti si aspettavano un Grillo molto alto ma non intorno a un elettore su quattro. Ci si aspettava un collasso di Berlusconi, ne esce ridimensionato, ma non quanto la Lega Nord. I partiti che hanno fatto cadere il governo di centrosinistra, coalizzati attorno a Ingroia non entrano in parlamento. Il voto si concentra su cinque partiti. Monti sembrava che potesse avere un consenso superiore e invece non supera il 10 per cento”.

“Il problema è riuscire a governare e produrre una legge che non sia assurda. Con il premio di maggioranza su base regionale abbiamo due maggioranze, e questo con il bicameralismo perfetto non va d’accordo. Occorre porsi seriamente il problema di costruire un governo per il Paese: o si costruisce una alleanza vasta, che pare molto complicata, oppure si riusce a cambiare la legge elettorale. In questa seconda ipotesi bisognerà domandarsi se il Paese è in grado di sopportare elezioni ravvicinate”.

“In provincia di Padova il Pd mantiene un buon risultato nonostante non riesca, di pochissimo, ad essere il primo partito. A Padova il Pd è il primo partito per 7 punti alla Camera e per 10 punti al Senato sul Movimento 5 stelle: l’ondata dei grillini si è sentita ma non infrange il centro sinistra”. A dirlo il segretario provinciale del Pd Federico Ossari, analizzando i dati elettorali nella sede del partito in via Beato Pellegrino a Padova. “A favorire Grillo – analizza Ossari – c’è il tracollo della Lega Nord, che cinque anni fa in media era al 24 per cento in provincia di Padova e ora è all’8 per cento; il Pdl dal 28 passa al 20%. La somma dei voti persi da queste due coalizioni si sovrappone a creare il risultato del Movimento 5 stelle. Il Partito democratico ha tenuto, in città il Pd rispetto alle regionali rimane costante, assorbendo il colpo”. Il problema vero è che in tante realtà il messaggio che in questi mesi il partito democratico attraverso Pier Luigi Bersani, è stato colto solo in parte: c’è un voto di protesta o che subisce il fascino delle bugie e delle illusioni. La sobrietà non ha pagato. A Este il Pd è il primo partito, contro il 23 di Grillo e il 21 del Pdl. A Monselice il Pd è al 27 per cento distanziando di 3 punti il Movimento 5 stelle, che supera il Pdl. A Cittadella dati parziali danno un testa a testa con il M5S, mentre la Lega Nord cala (è al 18 per cento contro il 31% del 2008, e il 45% delle regionali)”.