Forza Nuova “sentenza contro nuove Br scandalosa” e si mobilita domani per il ricordo di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci

 

Da Forza Nuova riceviamo e pubblichiamo:
Si e’ concluso con 14 condanne e 3 assoluzioni il processo di primo grado in Corte d’Assise a Milano contro i membri delle nuove Brigate Rosse. Le condanne variano dai 15 anni ai 10 giorni di reclusione. Se a parti civili come il giuslavorista Pietro Ichino e alla presidenza del consiglio dei ministri sono stati accordati risarcimenti rispettivamente per 100mila euro ed 1 milione di euro a Forza Nuova che si è vista una sede bruciata non è stato riconosciuto alcun risarcimento.
Paolo Caratossidis coordinatore nazionale di Forza Nuova, commenta: “E’ una sentenza vergognosa, che dimostra come si possano bruciare le sedi di Forza Nuova rimanendo impuniti. Gli imputati infatti sono stati assolti per l’incendio della nostra sede di Padova, nonostante le prove fossero inconfutabili. Alcuni degli imputati sono stati condannati a risarcire 100 mila euro al giuslavorista Pietro Ichino, contro il quale era stato programmato un attentato, e 1 milione alla Presidenza del Consiglio. Mentre per l’attentato a Forza Nuova, ossia la sola vera vittima dell’unica azione delle Brigate Rosse, a cui due anni orsono venne bruciata la sede dai nuovi brigatisti, nessuno pagherà nulla. “
E aggiunge: “non si tratta di una questione di soldi, ma di principi. Con questa sentenza, i giudici legittimano di fatto le violenze e gli attentati contro Forza Nuova e contro le sedi dei partiti politici. Ichino verrà risarcito per un attentato che non ha nemmeno subito, ed a  noi, unici ad aver subito la violenza, non resta che l’indignazione per l’ennesima ingiustizia di stato. Si apre la strada dell’appello sia da parte della procura che da parte nostra, ma già da oggi chiediamo l’intervento di tutte le istituzioni e del Ministro di grazia e giustizia.”

Il 17 giugno del 1974 un commando delle Brigate Rosse irrompeva nell’ex sede del Movimento Sociale Italiano di via Zabarella e faceva fuoco sui due militanti missini presenti, Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci uccidendoli vigliaccamente.
A distanza di 35 anni da quei tragici fatti si è concluso a Milano il processo contro le nuove BR-PCC che ha portato a severe condanne soprattutto nei confronti di militanti cresciuti nei centri sociali padovani come il Gramigna. A Roma la polizia ha sequestrato numerose armi automatiche in possesso di altrettante giovani leve del brigatismo pronte a colpire in tutta Italia. Lungi dall’essere un ricordo di un passato sepolto, il brigatismo sta diventando una realtà concreta, un pericolo vero per il dibattito politico, una minaccia grave che trova ancora proseliti nelle fila del radicalismo antifascista della sinistra radicale.