Giornata della ricerca sul cancro, le prospettive tracciate da Alberto Amadori dello Iov

 

“La strada per sconfiggere il tumore è ancora lunga, ma possiamo già dire che lo sconfiggeremo e che comunque non è più un mare incurabile o come si diceva una volta senza nemmeno nominarlo “un brutto male”. Credo che tra 25 anni avere un tumore sarà come ora avere il diabete o un’altra malattia se non guaribile, cronica con cui si può convivere bene”.
Questo il commento del direttore scientifico dell’Istituto oncologico veneto – Iov Alberto Amadori, intervenuto oggi al convegno dell’Airc in sala Rossini a Padova nell’ambito della giornata per la ricerca sul cancro.
“Ci sono nuovo frontiere molto promettenti sulla cura – aggiunge Amadori – con della indagini genetiche come il metodo Fish o lo studio dei micro array che permettono di capire il grado di aggressività e di conseguenza il grado di profondità della terapia da applicare al tumore. Siamo molto fiduciosi inoltre che i cosìdetti farmaci intelligenti come gli anticorpi monoclonali e la frontiera della farmacogenomica possano portare a cure sempre più efficaci con effetti collaterali sempre più ridotti”.
Alberto Amadori direttore dello Iov nel corso del convegno presieduto dal professore Donato Nitti alla presenza del presidente della fondazione March Silvia Ferri de Lazara ha traccia un bilancio dell’attività dell’Istituto oncologico veneto.
“Possiamo dire di essere ancora un piccolo centro con un centinaio di ricercatori tra parte della ricerca pura e gli studiosi della ricerca clinica – ha affermato Amadori – però quantità della ricerca, ancora da potenziare quello che mi interessa sottolineare è l’indicatore denominato “impact factor” che per i ricercatori dello Iov è molto alto: i nostri giovani ricercatori cioè pubblicano ricerche che fanno molto discutere e lasciano tracce significative nella comunità scientifica internazionale”.
Essendo un piccolo centro di ricerca se paragnonato ad altre raltà italiane ed europee Amadori punta alla specializzazione dello Iov. “Puntiamo ad essere trainanti sul fronte della cura e della prevenzione dei tumori ereditari, del melanoma, della chirurgia e del trattamento in generale del tumore della mammella e dell’esofago. Questo grazie ai fondi delle donazioni di fondazioni e privati che in Veneto sono molto attenti sul tema della solidarietà, ma potenzieremo anche la capacità di attrarre risorse dalla comunità europea, fronte su cui il sistema Italia generalmente è ancora carente”.