I poveri delle cucine popolari e le “sparate” del sindaco Massimo Bitonci analizzate dal vice segretario Pd Nereo Tiso

 

Ad ascoltare le dichiarazioni sempre più pressanti da parte del sindaco sulle Cucine Popolari e contro le Cooperative che si occupano soprattutto di richiedenti asilo, verrebbe da dire che queste ultime dovrebbero fare le valigie dalla nostra città e scomparire e le altre dovrebbero chiudere, afferma Nereo Tiso vice segretario del PD cittadino. Sta di fatto che si legge con chiarezza in una determina del dirigente dei Servizi Sociali del 3/12/2015, che è stata affidata alla Cooperativa Coges la gestione dell’accoglienza invernale alla scuola Gabelli di san Lazzaro per una somma di 34.630 più, con determina del dirigente del 27/1/2016, altri 819,00 euro per un altro servizio. Alla Coop. Ecofficina di Battaglia Terme che gestisce, come sappiamo, i circa 70 richiedenti asilo presso l’ex caserma Prandina di Padova, viene affidato un incarico, senza oneri per il Comune, per accogliere 20 persone fino a fine emergenza freddo. Disponibilità data da Ecofficina con lettera del 18/1/2016. Fin qua nulla di male, anzi, ribadisce Tiso; dopo non poche sollecitazione, la giunta ha capito cosa fare per chi sta peggio. Ma il problema che si pone è: le persone accolte saranno schedate quando entreranno alla scuola Gabelli per dormire? Chi le schederà e chi deciderà chi potrà dormire e chi no? E poi, pur nel rispetto della professionalità di Ecofficina che si occupa da anni del disagio, il sindaco, che con grande zelo cerca di controllare tutto, anche la Prandina, dove renderà disponibili i 20 posti letto per l’emergenza? E come mai senza oneri per il Comune? Verranno schedati i senza fissa dimora che occuperanno i 20 letti messi a disposizione da Ecofficina oppure il freddo è freddo e non guarda in faccia a nessuno? E poi, non si capisce come mai il sindaco continui a volere la schedatura degli ospiti delle cucine popolari, tirando per il clargiman addirittura il vescovo che, a dire del sindaco, lo sosterrebbe. Sta di fatto che il vescovo non ha ancora confermato e le sue parole le abbiamo “ascoltate” solo attraverso il megafono del sindaco. Evidentemente, le cucine popolari vengono usate, senza alcun rispetto, per la strumentalizzazione e la propaganda utili al sindaco e iniziata fin dagli albori del mandato: là si prendono voti, l’emergenza è emergenza e le cooperative vengono usate alla “bisogna”. I pesi e le misure del sindaco si scontrano sempre con la necessità di risolvere problemi urgenti e quelli della costante propaganda. Penso che ormai,conclude Tiso, più che dalla violenza, il sindaco dovrebbe difendersi dall’intelligenza. Verso di quella, la nuova pistola è inutile.

Nereo Tiso

Vice segretario PD Padova

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