I vigili si pagheranno la pensione con le multe

 

Il Gazzettino di Padova pubblica oggi una notizia che si commenta da sola. Dice che prima venne il codice della strada. L’articolo 208 in particolare che riguarda la destinazione dei proventi delle multe, dai corsi per l’educazione stradale in poi. Dice che a quello poi si è agganciato l’articolo 17 del contratto collettivo di lavoro del pubblico impiego che riguarda le prestazioni assistenziali e previdenziali.
Insomma dice che sommando questi due articoli viene fuori la ragione per cui la pensione integrativa ai vigili urbani la pagheremo noi, con le multe.
Di questo ieri hanno parlato, senza venirne a capo per il momento, i rappresentanti sindacali con l’assessore Carrai e il capo del personale, Pilotto. Nel senso che la cosa si farà ma ora stanno discutendo sui soliti cavilli, ovvero le procedure per l’elezione di chi farà parte del comitato di gestione che gestirà la faccenda.
La cosa certa è che c’è già un fondo, ricavato dai proventi delle multe che ammonta a 1 milione di euro. Sono stati accantonati infatti 250mila euro all’anno dal 2005. Ora però bisogna mettere nero su bianco per alimentarlo. E ci vuole un regolamento la cui bozza appunto, è in discussione in questi giorni. Il regolamento stabilisce come dev’essere fatto il fondo e chi lo deve amministrare. Pare poi che ci sia anche uno scostamento importante su quanto bisognerebbe “mettere via” per ogni vigile. A occhio con 250 effettivi in questo momento saremmo a mille euro all’anno, ma i sindacati ne chiedono 1.500. Siamo comunque a una quantificazione provvisoria. Ma l’importante è che il principio non si tocca. La previdenza integrativa sarà fatta sulle spalle dei multati, mentre anche gli altri dipendenti comunali potrebbero avere qualche cosa da dire. E dunque si potrebbe creare un fondo per gli operai che lavorano sulle strade con un tanto a chilo d’asfalto bitumato o alle impiegate, puntando su una produttività legata a quante volte battono i tasti sul computer.