Il parto naturale? Più stressante ma meno doloroso del cesareo. Sorprendente risultato di uno studio condotto al policlinico di Abano Terme

 

I livelli di stress percepito dalle donne sono significativamente più alti in coloro che hanno partorito per via vaginale rispetto a quelle che hanno messo al mondo il loro bambino con taglio cesareo. Per contro il dolore percepito è maggiore nelle madri che hanno affrontato un parto cesareo rispetto a quelle che hanno partorito per via vaginale. E’ il dato, mai rilevato prima in letteratura scientifica, che emerge da uno studio clinico condotto dalla Divisione di Medicina perinatale del Policlinico di Abano Terme (Padova), diretta dal dottor Gianluca Straface. Coinvolte nell’analisi 120 madri in dimissione a 36 ore dal parto, 60 dopo parto cesareo e 60 dopo parto vaginale, comparabili per parità ed età (+2 anni). Tutte avevano una buona padronanza della lingua italiana, avevano avuto una gravidanza singola, a termine, e avevano espresso l’intenzione di allattare i loro nati sani, gestiti in regime di rooming in. I risultati ottenuti dall’indagine consentono ora di procedere a dimissioni sempre più personalizzate con pieno controllo del benessere psicofisico e del dolore in puerperio a favore di una ottimale prevalenza di successo di allattamento al seno.

Lo studio, condotto interamente su donne che hanno partorito nella struttura aponense tra settembre 2015 e febbraio 2016, realizzato dal dr. Straface in team con Lara Giliberti, Francesca Volpe, Barbara Benevento, Carlotta Bucci, Vincenzo Zanardo, si è classificato tra i primi tre vincitori al Quality&Safety Day 2016, la Giornata per la Sicurezza e la Qualità delle Cure sanitarie promossa dalla Regione Toscana. Il premio è stato ritirato questa mattina dallo stesso dr. Straface.

“La dimissione precoce dopo il parto vaginale fisiologico è diventata pratica sempre più frequentemente attuata nel mondo industrializzato, ancorché la presa in carico del dolore e dello stress post-partale della neomamma risulti ancora un obiettivo difficile da controllare sia in termini di dimissione in sicurezza, sia di successo di allattamento al seno. La dimissione precoce dopo taglio cesareo è invece pratica d’élite, più complessa e più difficilmente realizzabile per il contestuale ritardato recupero psicofisico dopo un intervento chirurgico maggiore, oltretutto pesantemente gravato dal ridotto successo nell’allattamento al seno. La sfida del nostro progetto, in tempi di pandemia di tagli cesarei, è stata duplice – spiega il dr. Straface -. Da una parte testare con strumenti psicofisici internazionali validati il dolore e lo stress nelle puerpere a 36 ore dal taglio cesareo, contestualmente alla dimissione in confronto con le puerpere da parto vaginale; dall’altra valutare il pattern dell’allattamento dalla dimissione al primo, terzo, sesto mese post-partum in confronto con le puerpere da parto vaginale, come risultato atteso della individualizzazione del trattamento antalgico post-operatorio. Segnatamente, la dimissione media dopo sia parto vaginale che taglio cesareo si concretizza con una degenza media rispettivamente di di 2,26 e 2,37 giorni”.

A seguito di una breve intervista con lo psicologo clinico, a ogni donna è stato chiesto di compilare due questionari, il test per lo stress (Mesuredu Stress Psychologique – MSP), composto da 49 domande a scelta multipla, che individua le emozioni e le sensazioni riguardante lo stress percepito, ed il test del dolore (McGillPainQuestionnaire – MPQ), che principalmente consente la lettura scomposta in 3 sottoscale: la prima, Valutativa, legata ad una descrizione cognitiva del dolore; una seconda Affettiva costruita invece per indagare gli aspetti emotivi legati al dolore percepito, e una Sottoscala Sensitiva che permette una descrizione più “epidermica” e quindi sensoriale del dolore.

A consuntivo, nessuna delle madri ha richiesto altre terapie antalgiche oltre a quelle stabilite individualmente alla dimissione e nessun neonato è stato riammesso in ospedale.

E’ degno di nota, infine, sottolinea il prof. Vincenzo Zanardo, che “la prevalenza dell’allattamento al seno è risultata elevata, pari a circa il 70% sia nel parto vaginale che nel taglio cesareo al sesto mese di vita, se comparata agli standard italiani e anche comparabile dalla dimissione al sesto mese di vita nei due gruppi di madri con parto fisiologico vaginale o cesareo, pur presentando le neo mamme alla dimissione differenti livelli di stress psicofisico e di dolore”.