Il Veneto rabbioso dove gli schei valgono più della vita

 

Ancora un morto. Dopo il moldavo di 20 anni ucciso con un colpo di pistola da un tabaccaio a Civè di Correzzola perchè sorpreso a rubare nel negozio, a Cavarzere una ronda di capi famiglia ha causato un inseguimento finito con la morte di un 34enne ferrarese, annegato nelle acque di un canale dove si era tuffato per sfuggire a chi era sceso in strada per difendere la propria roba. Clicca qui per leggere la notizia
Nell’auto della vittima non c’era refurtiva. Ed anche se ci fosse stata non credo che avrebbe fatto molta differenza. Mi domando se tutto ciò abbia senso, e se sia degno di una terra che si dice cattolica. Cosa sta diventando il Veneto, terra di emigranti, dove, mi racconta mio padre, una volta le famiglie di contadini si aiutavano l’una con l’altra? C’è chi plaude alla giustizia sommaria, come Ferdinando Camon in un editoriale scritto all’indomani dell’omicidio di Civè Clicca qui per leggerlo

Io credo che sia sbagliato farsi giustizia da soli, che dire “beh, poteva fermarsi, perchè scappava?” non sia una risposta degna di un paese moderno e civile. In una crisi di questa portata siamo ad un bivio: o si sceglie l’egoismo spietato che porta, se ritenuto necessario anche ad uccidere, per salvare la propria roba, o si sceglie di salvare la propria anima dalla bestialità.